Che scrittura splendida quella della Grandes! Ricca, potentemente femminile, densa. Capace di entrare nelle pieghe profonde dell'animo dei personaggi e contemporaneamente costruire una storia saporita e complessa. Siamo a Madrid negli anni Settanta a ridosso della morte di Franco. Malena e Reina sono due gemelle che non si somigliano, né nel corpo né nell'anima. Reina rischia di nascere morta perché Malena le ha succhiato via la placenta, non consentendole di nutristi adeguatamente; ma Reina sopravvive, cresce e diventa una donna completa, anche se Malena resta convinta che quello che è successo nell'utero della madre sia colpa sua e pensa di essere maledetta, pensa di essere diversa, pensa di essere guasta. Questo la rende, senza che lei se ne accorga, libera; libera da un certo tipo di sovrastrutture, libera dalle convenzioni, molto più simile alla zia Magdalena , suora fuggitiva che alla madre, donna legata a un certo tipo di tradizioni. Mentre guidavo per torna
Come spesso capita, ospito un pezzo di Antonella Cicalò , scritto dopo la lettura di Guerra e pace e Stalingrado . Non proprio un commento ai libri, ma un'ampia riflessione intorno ai temi che legano questi due capolavori alla tragica situazione bellica attuale. Eccolo. Da quando è iniziato il conflitto russo-ucraino ho pensato che il principale problema – per noi che non abbiamo possibilità di intervenire materialmente - fosse in primo luogo comprendere. «Parola facile, pare, ma dalla densità intellettuale impressionante, un movimento fermissimo e deciso. È un contenere che è includere, un capire che è afferrare e una considerazione che riorganizza e ridisegna ogni assetto precedente». In una scomposta canea generale, che prendeva in considerazione al massimo il giorno prima e il giorno dopo, si è capita subito una cosa: l'ignoranza generale di quanto fosse accaduto in quell'area dall'epoca dei… bersaglieri in Crimea. Tra un'invettiva e l'altra abbiamo appreso