Passa ai contenuti principali

Post

Lezioni di respiro, di Anne Tyler

  Prima di questo romanzo avevo letto di Anne Tyler La danza dell'orologio  e mi ero chiesta come avesse fatto l'autrice a vincere un premio così prestigioso come il Pulitzer (nel 1988). Ecco come ha fatto! Con un romanzo scritto in modo splendido, seppur semplice, in cui i personaggi risaltano come un bassorilievo scolpito nella morbida materia della nostalgia. La protagonista - anche se è un libro tendenzialmente corale - è Maggie , una donna di quarantotto anni, sposata con Ira , madre di due figli, Jesse e Daisy . È una donna in realtà insopportabile ma anche disarmante, che cerca disperatamente di portare la vita sua e degli altri a recitare il suo copione, senza rendersi conto che i personaggi della sua esistenza non sono disposti a recitare nella sua commedia - o tragedia, in realtà. Jesse sposa Fiona , la fidanzatina diciassettenne che ha messo incinta e della quale si mette in testa di volere disperatamente il figlio. Maggi diventa allora attrice dello spettacolo di
Post recenti

Il fungo alla fine del mondo, di Anna Lowenhaupt Tsing

Ospito Gabriele Lopez, che ha letto questo libro che viene considerato già un classico dell'ecologia... Che cosa fate quando il vostro mondo incomincia a crollare? Io vado a fare una passeggiata e, se ho davvero fortuna, trovo funghi. I funghi mi riportano in me, non soltanto – come i fiori – per i loro colori sgargianti ed i loro profumi, ma perché spuntano in modo del tutto inaspettato, ricordandomi quanta fortuna ho avuto nel trovarmi proprio lì. Allora so che esistono ancora piaceri tra i territori dell’indeterminazione!   Comincia così Il fungo alla fine del mondo , a metà tra un saggio scientifico e un immaginario viaggio tra le rovine del capitalismo. Diventato in pochi anni un classico dell’ecologia, affronta l’argomento della nascita, ricerca e raccolta dei Matsusake, ovvero uno dei funghi più preziosi e ricercati in Asia, Il libro/racconto di Anna Lowenhaunpt Tsing spazia tra varie sfaccettature che abbracciano ecologia, antropologia e storia, ma il punto veramente i

Fabbricante di lacrime, di Erin Doom

Ospito un commento di Antonella Cicalò Danioni.  L'Italia legge poco ma scrive molto, ragion per cui quando si crea un fenomeno che fa coincidere le due azioni è sempre interessante guardarci dentro. È il caso di Fabbricante di lacrime di Erin Doom , pseudonimo – si dice – di una giovane scrittrice italiana che ha utilizzato la piattaforma di social reading Wattpad diventando un fenomeno. Materia prima ottima per puzza sotto il naso. E invece no: l'ho letto, mi sono chiesta se mi piaceva o no e ho concluso che sì, alla fine mi piaceva ed essendo ultrasettantenne il mio giudizio non è viziato da umori adolescenziali, anzi. Vaccinata, da Delly alla Sagan, posso esprimere un giudizio – credo – con una rispettabile cognizione di causa. Per togliermi il pensiero, dico prima quello che non mi è piaciuto. È un po' troppo lungo; si sente l'ansia di ribadire i sentimenti, forse nella convinzione che più pagine dai al lettore più rispetti il tuo patto di scrittrice. Troppe ded

Breve storia dei trattori in Ucraina, di Marina Lewycka

  Un libro divertentissimo. Un libro dolorosissimo, Breve storia dei trattori in Ucraina . Marina Lewycka – di origini ucraine, nata nel 1946 in un campo per rifugiati a Kiel, ma residente in Inghilterra – parla di due sorelle, la Bambina della guerra - Vera - e la Bambina della pace - Nadia (protagonista in prima persona del racconto), sempre sotto a litigare, che si ritrovano alleate quando il loro Pappa , vedovo, decide di sposare una procace donna ucraina,  Valentina , per farle avere il permesso di soggiorno. Valentina si trasferisce a casa di Pappa con il figlio "finto genio" Stanislav , avuto dal marito "vero" che sta ancora in Ucraina. Una storia tipica, di immigrazione e sfruttamento, che gioca sugli stereotipi di cui la società occidentale si nutre quotidianamente: quelli che vedono le donne ucraine buone per fare le badanti e le prostitute, a caccia di denaro e rispettabilità. Che è quello che Valentina sembra essere, anche se poi la verità è un tantin

La storia dell'acqua, di Maja Lunde

L'acqua non ha colore in sé, è il mondo intorno a conferirglielo, riflessi del cielo, dei dintorni. L'acqua non è mai solo acqua. L'acqua accoglie e fa vorticare tutto ciò con cui viene in contatto. L'acqua è humus, sabbia, argilla, plancton. L'acqua si colora del fondale che ricopre. L'acqua riflette il mondo. «L'acqua si colora del fondale che ricopre»... e quando il fondale è melmoso di meschinità e sporcizia morale, l'acqua cosa fa? L'acqua scompare, si ritrae, perché in un mondo così non vuole più scendere. Non vale la pena portare i propri benefici in un mondo così. L'acqua è anche spietata; sa che non scendendo il mondo morirà. E lascia che ciò accada, Ma visto che ci sono esseri umani che una coscienza ce l'hanno. forse il mondo si può salvare, magari non tutto, ma qualcuno sì, Qualcuno che avrà ancora un po' di tempo e chissà... magari guardando queste persone anche all'acqua tornerà la voglia di sperare... e cadrà. Quello ch

Il cottage degli uccelli, di Eva Meijer

  Commento di Antonella Cicalò Danioni Ha un grande merito Eva Mejier , oltre a essere una ricercatrice di linguaggi animali con una formazione da letterata e filosofa, ed è quello di avere ridato voce a un'ornitologa “non accademica” del secolo scorso: Len Howard . Nata in Inghilterra alla fine dell'Ottocento esordisce come talentuosa violinista, ma i virtuosismi dello strumento le riportano alla mente troppo spesso i trilli, i cinguettii, le osservazioni naturalistiche del padre poeta. Sono suoni che percepisce come comunicazioni intenzionali da specie a specie, soprattutto quando ha a che fare con le amate cinciallegre . I percorsi personali si orientano quindi verso l'isolamento e il silenzio del cottage nel Sussex, acquistato con l'eredità paterna. Distaccata dagli eventi familiari su cui passeranno due guerre mondiali, si ritaglia uno spazio dove annotare le sue osservazioni, dando un nome a ciascuno dei suoi uccellini, a cominciare da Star 1 , la prima protagonis

Julie, di Ida Amlesù

  Amiamo leggere le avventure dei cavalieri perseguitati, esuli che tentano di tornare alle proprie dimore. Eppure, quando a farlo non è un paladino, ma una persona – una donna –, la tormentiamo. Julie d'Aubigny è stata una fuorilegge, è stata imprigionata, ma si è liberata ed è rientrata a Parigi. E qui ha deposto la spada per consacrarsi all'arte. L'avete vista tutti a teatro, l'avete sentita cantare. La sua voce è un miracolo. Non ne esiste un'altra uguale.  Alexandre Dumas si è reincarnato in una donna e si è intriso di scrittura contemporanea. Ida Amlesù , attraverso Julie, racconta una storia d'altri tempi con la penna affilata e poetica dei nostri giorni, scandagliando un tema antico ma tremendamente alla ribalta: l'appartenenza a un genere sessuale. Ma, seppur questo sia il tema per cui si parla molto di questo libro, non è quello che mi è interessato di più. Il travestitismo è infatti, qui, un mezzo, non un fine.  Esistono sei strade per la donna c