Inauguro una nuova pagina che dedicherò alle librerie un po’ particolari che si trovano sparse per tutto lo Stivale. Non catene, non grandi librerie dai grandi numeri, ma piccole e preziose realtà che contribuiscono a fare delle città dei luoghi veri e non i non-luoghi che sempre di più le Amministrazioni, la Rete e il turismo di massa vorrebbero che diventassero. Credo moltissimo nel ruolo del “libraio” e della libreria come posto di riflessione, di pace, di conoscenza e sono curiosa di sapere come questi “rifugi della mente” si inseriscono nel contesto delle nostre sempre più faticose città. Lo chiederò alle libraie e ai librai che avranno voglia di dedicarmi un po’ di tempo... Comincio con Bologna , città che amo, in cui vado spesso e che nel tempo ho visto cambiare – anche lei, la Dotta – e riempirsi di dehors, negozi di catena, ristoranti etnici... pur mantenendo una sua anima bella e semplice, che ahimè Milano non ha saputo mantenere per niente. Ma questa è un’a...
Le cose belle sono belle. Le cose belle sono difficili. Le cose belle sono nobili. Nessuna delle tre traduzioni è scorretta. Nell’antica Grecia bellezza, difficoltà e nobiltà non erano ancora concetti separati. Proprio come in coreano la parola bit significava fin dall’origine sia «luce» che «colore» Ecco, molto meglio per me questo L’ora di greco rispetto al tanto più famoso La vegetariana . Qui Han Kang fa scegliere la sua protagonista di non parlare. Non è “matta”, è triste e la sua tristezza la porta a desiderare un allontanamento sociale che per lei avviene con la menomazione dello strumento di comunicazione primario, in un mondo in cui il genere umano pretende di abbattere le distanze – con gli aerei, Internet, il cellulare – ma che ancora non ha trovato la chiave per inventare una lingua comune. E allora decide di studiare una “lingua morta”, come morto è il suo cuore, dopo il divorzio, la perdita del figlio, che viene affidato in esclusiva al padre, e la morte della madre. È...