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Bologna - Marsalotto Passalibro

  Inauguro una nuova pagina che dedicherò alle librerie un po’ particolari che si trovano sparse per tutto lo Stivale. Non catene, non grandi librerie dai grandi numeri, ma piccole e preziose realtà che contribuiscono a fare delle città dei luoghi veri e non i non-luoghi che sempre di più le Amministrazioni, la Rete e il turismo di massa vorrebbero che diventassero. Credo moltissimo nel ruolo del “libraio” e della libreria come posto di riflessione, di pace, di conoscenza e sono curiosa di sapere come questi “rifugi della mente” si inseriscono nel contesto delle nostre sempre più faticose città. Lo chiederò alle libraie e ai librai che avranno voglia di dedicarmi un po’ di tempo... Comincio con  Bologna , città che amo, in cui vado spesso e che nel tempo ho visto cambiare – anche lei, la Dotta –  e riempirsi di dehors, negozi di catena, ristoranti etnici... pur mantenendo una sua anima bella e semplice, che ahimè Milano non ha saputo mantenere per niente. Ma questa è un’a...
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L’ora di greco, di Han Kang

Le cose belle sono belle. Le cose belle sono difficili. Le cose belle sono nobili. Nessuna delle tre traduzioni è scorretta. Nell’antica Grecia bellezza, difficoltà e nobiltà non erano ancora concetti separati. Proprio come in coreano la parola bit significava fin dall’origine sia «luce» che «colore» Ecco, molto meglio per me questo L’ora di greco rispetto al tanto più famoso La vegetariana . Qui Han Kang fa scegliere la sua protagonista di non parlare. Non è “matta”, è triste e la sua tristezza la porta a desiderare un allontanamento sociale che per lei avviene con la menomazione dello strumento di comunicazione primario, in un mondo in cui il genere umano pretende di abbattere le distanze – con gli aerei, Internet, il cellulare – ma che ancora non ha trovato la chiave per inventare una lingua comune. E allora decide di studiare una “lingua morta”, come morto è il suo cuore, dopo il divorzio, la perdita del figlio, che viene affidato in esclusiva al padre, e la morte della madre. È...

Santuario, di William Faulkner

  Tra i grandi scrittori americani (penso a Steinbeck, Salinger, Fitzgerald, O’Neill, Hemingway...) Faulkner è quello che conosco meno. Lessi anni fa Luce d’agosto e ne restai incantata. Poi mollai L’urlo e il furore , da ragazzina un po’ demens, ce l’ho lì e devo riprenderlo in mano. Ma, non so perché, è un autore che no ho mai approfondito, a differenza di Steinbeck o di Hemingway – Salinger proprio non mi piace, ma questa è un’altra storia. Poi, a Bologna, entro in una “libreria” meravigliosa, Marsalotto Passalibro, di cui parlerò in un post dedicato per una nuova rubrica... Metto libreria tra virgolette perché Marsalotto è un progetto vero e proprio, in cui i libri si acquistano a offerta libera – con la raccomandazione di non essere t-rex – e sono tutti di seconda mano, tanti a tema politico; per intenderci, dubito che si trovi Il mondo al contrario , ecco. È meraviglioso curiosare tra i libri usati, anche di edizioni molto vecchie. Tra queste ho preso una vecchia Mondadori, ...

L’amante giapponese, di Isabel Allende

Rimani, ombra dell’amor mio schivo figura dell’incanto che più adoro bella illusione da cui la morte imploro  dolce fantasma in cui penando vivo. Sor Juana Inés de la Cruz Sempre belli i libri di Isabel Allende . Intensi, emozionanti, eleganti e ricchi di storia e fatti poco conosciuti. Mi lasciano sempre delle domande e nuove conoscenze. Per esempio, non sapevo dei campi di concentramento negli Stati Uniti – moooooooolto simili a quelli nazisti, se non altri per la finalità – aperti dopo Pearl Harbour e destinati ai giapponesi, in modo da scongiurare qualsiasi associazione terroristica interna (nel romanzo la Allende parla del campo di  Topaz ). Vennero internati tutti, per anni, anche i nati in America giapponesi di seconda, terza generazione. E ci morivano nei campi. Come gli ebrei, come gli omosessuali e i disabili. I nostri liberatori dalla follia nazista hanno messo in piedi delle strutture uguali uguali a quelle naziste. Se non apre domande questo... Domande forse super...

Stelle e ottone, di Jude Archer

Harry Potter , Sailor Moon e un pizzico di Harmony, con una scrittura à la Erin Doom et voila ! Stelle e ottone è bello che servito! Detta così sembra orrido e invece la giovane autrice italiana (nonostante il nome) Jude Archer , riesce a tirare fuori con ingredienti piuttosto banali un romanzo stranamente gustoso che può essere inserito negli scaffali dei fantasy young adult ibridi, che parlano cioè di un mondo magico parallelo al mondo umano attraverso cui i maghi vanno avanti e indietro. Qui il mondo umano è circoscritto alla città di Venezia (la mia città del cuore, non a caso me l’ha regalato un’amica che mi conosce molto, molto bene) e quello magico si chiama Seledia , sede dell’ Accademia delle Arti Magiche , novella Hogwarts, dove studia il fascinoso e misterioso Ismael Sagredo (Sagredo è il nome di un meraviglioso palazzo veneziano, da cui sogno da anni di pernottare). In questo mondo parallelo capita per un incidente, che non svelo, la protagonista del romanzo, che racco...

1 + 1 = 11. I migliori del 2024

Sono frustrata. Non ho finito una challenge e negli ultimi mesi sono riuscita a leggere veramente poco. Un nuovo lavoro è una cosa molto bella, di cui sono felice, ma ha i suoi contro. Spero di prendere presto le misure e ricominciare ad ammazzarmi di letteratura.  Detto questo, il 2024 è stato un anno di belle letture ma anche tante delusioni. Come sempre dico non sono un’insegnante, per cui non do voti; non sono un ente regionale per cui non assegno stelle; non sono una disfattista, per cui non segnalo i libri che non mi sono piaciuti. Mi piace dare consigli e questo farò, senza pensare agli equilibri, più uomini o più donne, più non-fiction o più romanzi, più giovani o più vecchi, o case editrici ricorrenti e non... Solo gusto personale. Sui 54 libri letti quest'anno, semplicemente, questi li ho amati più di altri. Le sette sorelle e La ragazza delle perle , di Lucinda Riley, Giunti (ciclo de Le sette sorelle). Il primo è il primo, appunto. La ragazza delle perle è il quarto e ...

Le rondini di Kabul, di Yasmina Khadra

Lei non significa granché all’infuori di quel che tu rappresenti per lei. È solo un essere inferiore. E poi nessun uomo deve alcunché a una donna. La rovina del mondo deriva proprio da questo malinteso.  Queste le parole di Mirza Sha in Le rondini di Kabul . Ma Mohamed Moulessehoul – che scrive per motivi di censura sotto lo pseudonimo della moglie,  Yasmina Khadra  –  sa che «la rovina del mondo» è la guerra. Ex militare dell’esercito algerino, testimone diretto della tremenda guerra civile che ha devastato per anni il suo Paese, lascia l’esercito nel 1999 e si trasferisce in Francia, facendosi conoscere in tutto il mondo come scrittore potente e poetico. Questo Le rondini di Kabul , il primo romanzo suo che leggo, racconta la storia di due coppie. Quella di  Atiq e Mussarat e quella di Mohsen e Zunaira . Atiq è un privilegiato, fa il carceriere, ma vede lapidazioni, torture e fucilazioni pubbliche quotidianamente, e non sa come fa a sopportarlo; Mohsen è un b...