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Tre camere a Manhattan, di Georges Simenon

Un libro sublime, non c’è molto altro da dire. Le tre camere sono quelle di New York in cui François e Kay consumano il loro amore, nato in fretta, quasi per caso in un locale di Manhattan e cresciuto, cresciuto, lievitato... fino a comprendere tutto il loro essere. George Simenon lo ha scritto di getto, di pancia, pensando alla sua relazione lunga e tormentata con la moglie Denyse Ouimet .  Ecco due esseri che si muovono, ciascuno nella propria sfera, sulla superficie del globo, che vagano come smarriti nelle mille e mille strade, tutte uguali, di una città come New York. E il Destino fa che ci incontrino. E qualche ora più tardi sono così tenacemente avvinti l’uno all’altro che la sola idea della separazione risulta loro intollerabile. Non è stupefacente? Tre camere a Manhattan è un libro d’amore, romantico e duro allo stesso tempo, scritto in modo meraviglioso, mai melenso, mai banale. La gelosia, il sospetto, il senso di protezione e la volontà di fare del male... tutti i s...
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I visitatori devono farsi annunciare, di Helen Van Slyke

617 Park Avenue , New York. Un condominio iper-rispettabile, abitato da avvocati, nobili, attrici famose, tutti Wasp, bianchi, cristiani, splendenti e moralmente ineccepibili. A parte il fatto che non accettano nuovi condòmini ebrei, ma tanto non l’ammetteranno. Siamo negli anni Sessanta, l’America ha accolto moltissimi ebrei, ma anche nazisti più o meno pentiti, chi è scappato da una situazione che era ormai inaccettabile, chi per evitare la condanna in patria. E poi c’è la classe alto-borghese americana che si sente tanto superiore ai nazisti e ai piccoli banali razzistelli e che invece è la peggiore, formata da quelli che respingono il prossimo facendo finta che ci siano motivi svariati, ma mai – figuriamoci, mai! –, la religione, il colore della pelle, le scelte sessuali... Un appartamento all’interno di questo condominio viene ereditato da Jim Cromwell che ci si trasferisce con la moglie Casey . Jim è un account di un’agenzia di pubblicità insieme al creativo  Paul Gordon – ...

Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna, di Paolo Cognetti illustrato da Alessandro Sanna

  Ho comprato questo libro alla Feltrinelli di Punta Helbronner, in cima alla Skyway, la libreria più alta d’Europa. Ho scelto questo perché cosa c’è di meglio di leggere un “quaderno di montagna” in montagna? E poi perché sapendo le difficoltà psicologiche di Paolo Cognetti ho voluto fargli un omaggio. Ahimè, non ai suoi livelli, penso, ma so cosa vuol dire... È stato un po’ un mio personale intimo regalo alla sua anima fragile. L’ho finito nel mio bosco del cuore, sdraiata sotto un abete altissimo, con il frinire dei grilli, alberi canterini e la montagna davanti, maestosa e arrossata dal sole. Un po’ una catarsi alpino-letteraria. C’è una specie di commozione nell’aprire una baita in primavera. Naturalmente Il ragazzo selvatico è lui, ritiratosi a Fontane , minuscolo borgo vicino a Brusson in Val d’Aosta dopo una crisi depressiva milanese – e come non capirlo! Lì, in una baita sperduta, fornita solo del minimo comfort indispensabile, dopo un periodo di adattamento piuttosto d...

Una viennese a Parigi, di Ernst Lothar

  Il libro si apre con le parole del 1951 di Ernst Lothar: «Il presente romanzo è basato su un diario manoscritto che mi è stato consegnato nel 1940 a New York». La storia è dunque vera anche se l’autore precisa di aver cambiato i nomi dei personaggi, o avere usato le iniziali puntate, per tutelare le persone allora ancora in vita.  La storia si svolge in un triennio –  dal 1938 al 1940  – più una Lettera dell’autrice del diario scritta tempo dopo, in forma di diario, scritto dalla protagonista, Françoise (Franzi) Langer . Franzi odia i nazisti. Per questo decide di lasciare la sua Vienna occupata dai tedeschi e andare a vivere a Parigi, dove lavora – senza permesso – per la Rko. A casa lascia i genitori e K., il suo fidanzato, che dovrebbe presto sposare. Ma lei si innamora di Pierre Durand , un giornalista dalla penna affilata come un rasoio, colto, coraggioso, che però è sposato con una donna determinata e altezzosa, Germaine , e con lei ha due figlie piccole, S...

Muga-Muchū, di Philippe Forest

Nel giorno dell’anniversario di Hiroshima lascio la parola a  Gabriele Lopez , che ha letto  Muga-Muchū  di  Philippe Forest , che parla di... vi lascio alla lettura. Il titolo recita: Bomba atomica colpisce - Una città svanisce . Come spesso avviene per la lingua giapponese, si parte dall’interpretazione di alcuni ideogrammi, che spesso dialogano tra di loro e, rispondendo, formano una nuova possibilità di significato. In questo caso descrivono lo stato in cui si trovarono i sopravvissuti al bombardamento americano dell’ agosto del 1945 , che è di difficilissima descrizione. Senza coscienza, privi di sé, in balia del vuoto, persi nell’estasi di un annientamento in cui svanisce ogni certezza di essere qualcuno. In buona sostanza come spesso accade nella lingua giapponese, ci ritroviamo di fronte a qualcosa di intraducibile e incomprensibile al di fuori della civiltà e della cultura nipponica. Lo stesso potremmo dire del termine  muga-muchū  che si può usare...

Climax, Thomas B. Reverdy

Il climax. Il momento in cui tutto cambia. Estremo Nord della Norvegia , un villaggio di pescatori. Quattro amici, a distanza di anni si ritrovano nel luogo natio in giorni difficili, proprio quando al largo del villaggio, una piattaforma petrolifera ha subito un grave danno. I quattro amici di gioventù, appassionati di gioco di ruolo fantasy (e come li capisco!), sono Åna , bellissima donna, con due figli adolescenti – Jørn e Noah – e un ex marito – Franck, ex fidanzata di Noah (sì, si chiama come il figlio!), uomo dal grande carisma, capo della “banda”, master del gioco di ruolo fantasy di cui gli amici erano appassionatissimi, come tantissimi altri ragazzi in quegli anni, vedi Strangers Things . Noah è un geologo e si occupa di sicurezza delle piattaforme petrolifere giunto nel paese proprio per controllare quella ancorata lì, già protagonista di un incidente recente. Poi ci sono Anders , appassionato di flora e fauna, di cui tiene dettagliate descrizioni in diari disegnati – a mio...

Forse ho sognato troppo, di Michel Bussi

Ciò che è impossibile non fa stare male, soffriamo solo di ciò che è possibile ma non succede. A volte Michel Bussi esagera un po’. Le trame dei suoi libri sono complesse, costruite molto bene, con finali a sorpresona. Quella di Forse ho sognato troppo è esattamente così. La storia di Nathalie si snoda tra Parigi – dove vive –, Montréal, Los Angeles, Barcellona e Giacarta.  Perché Nathalie è una hostess di Air France, ha un marito ebanista, Olivier , due figlie, Laura e Margot , due nipoti gemelli , un genero gendarme, Valentin , e un amante, Ylian , musicista di genio ma con una vita da artista squattrinato e girovago, con cui vent’anni prima ha stretto un patto: non si sarebbero mai più né visti né sentiti, qualsiasi cosa fosse accaduta. Un amore immenso che doveva finire, ma che nel cuore non sarebbe mai morto. Un sacrificio enorme in nome di qualcosa di preziosissimo. Nessuna donna l’ha mai fatto, perché per farlo bisogna amare come nessuno ha mai amato. Ora, nel presente, N...