A volte la copertina dice molto... Di Cristina Caboni ho letto La custode del miele e delle api , che mi è piaciuto molto. Ma questo Il giardino dei fiori segreti molto molto meno. E sì che è stato in finale al Premio Bancarella nel 2017 (anno in cui vinse Matteo Strukul con I Medici – quindi forse non proprio un “annone”). L’ho trovato soprattutto molto verboso, di una scrittura melensa e molto convenzionale. Un drammone, a volte quasi fantasy, che ingarbuglia una trama poco probabile e confusa. Il giardino era ricco, era oro, porpora e smeraldo. Era la storia stessa di una famiglia le cui origini si perdevano a Damasco. [...] Per ogni Donati c’era stato un albero a celebrarne la nascita [...]. La Spinosa si era presa cura di ognuno di loro, così come i giardinieri si erano presi cura della tenuta. E quel patto aveva suggellato l’armonia e la felicità. Perché chi sa vivere con la natura conosce il segreto della vita. Viola e Iris , gemelle perfettamente identiche...
I libri sono i miei amici, i miei compagni, il mio sollievo nella solitudine. Quando tutto intorno a me è silenzioso e i miei pensieri diventano troppo pesanti, trovo rifugio in loro. C’è qualcosa nella parola scritta che calma la mente – è come se l’anima di un altro si tendesse attraverso il tempo per confortare la propria. – Elizabeth Barrett Browning , poetesse inglese (1806-61) (tratto da Il diario letterario , Wudz Edizioni , 2025, a cura di Lucia Coco)