«Orca madosca» che carino, molto carino. Direi niente di più, ma è un libro adatto a tante età diverse, molto intelligente, un po’ inconcludente, ma da leggere senza pensieri.
Speravo in un finale un po’ sorprendente à la Joël Dicker, ma tutto sommato è carino così. Semplice, divertente: la voce è quella di una ragazzina, Joséphine, che va a una scuola per bambini speciali insieme ad altri ragazzini un po’ “strambi“: Yoshi non parla, Artie è ipocondriaco, Otto sa tantissime cose, Giovanni è ricchissimo e sempre molto azzimato, Thomas è fissato col karate perché il padre lo insegna. La scuola si allaga – anzi, viene allagata dolosamente – e l’amatissima maestra Jennings con i suoi alunni viene trasferita nella scuola dei “normali”, accolti tra trombe e tamburi dal Direttore.
Speravo in un finale un po’ sorprendente à la Joël Dicker, ma tutto sommato è carino così. Semplice, divertente: la voce è quella di una ragazzina, Joséphine, che va a una scuola per bambini speciali insieme ad altri ragazzini un po’ “strambi“: Yoshi non parla, Artie è ipocondriaco, Otto sa tantissime cose, Giovanni è ricchissimo e sempre molto azzimato, Thomas è fissato col karate perché il padre lo insegna. La scuola si allaga – anzi, viene allagata dolosamente – e l’amatissima maestra Jennings con i suoi alunni viene trasferita nella scuola dei “normali”, accolti tra trombe e tamburi dal Direttore.
Lì i bambini apriranno un’indagine per capire chi ha allagato la scuola, tra rocamboleschi inseguimenti, surreali interrogatori e tanta tanta arguzia.
Non sappiamo come mai Joséphine vada alla scuola speciale, perché non sembra avere nessuna peculiarità “strana”, a parte la grande capacità di ribaltare le frittate degli adulti con intelligenti giri di parole e quella di dare un quadro sempre molto realistico di tutto. Sempre senza vantarsene, sempre «tenendo un profilo basso». Anche i personaggi “minori”, la nonna di Giovanni, la madre del Direttore, Balthazar... – sono ai limiti del possibile, molto esagerati come nei racconti per ragazzi, ma sempre estremamente sfaccettati e coerenti. Alcune scene sono veramente appetitose, su tutte quella della recita scolastica sul testo del finto Babbo Natale, che è veramente una staffilata al mondo degli adulti – e del mondo teatrale, pure –, che da questo libro ne esce veramente male. Non si contano, infatti, gli schiaffi morali che figure autorevoli, come poliziotti, pompieri, genitori, ricevono da una banda di ragazzini bizzarri.
La catastrofica visita allo zoo si legge velocissimo, lascia addosso sana leggerezza. Con intelligenza. Se pare poco...
La catastrofica visita allo zoo si legge velocissimo, lascia addosso sana leggerezza. Con intelligenza. Se pare poco...
La catastrofica visita allo zoo, di Joël Dicker, La Nave di Teseo, 2025, 257 pagine (scritte a caratteri grandi). Da leggere la postfazione di Dicker.
