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Americanah, di Chimamanda Ngozi Adichie

 


Questo libro è per la nostra generazione futura, ndi na-abia n' iru: Toks, Chisom, Amaka, Chinedum, Kamsyonna e Arinze.
Per mio padre nel suo ottantesimo anno.ù
E, come sempre, per Ivara.

 Questi bianchi pensano che tutti abbiano i loro problemi mentali.

Il libro è bello, scritto benissimo, interessante, anche se mi è piaciuto di più Metà di un sole giallo, più potente, più "completo". Non capisco l'esergo di Eggers che dice che è «un'epica generazionale divertentissima», perché francamente di divertentissimo ci trovo ben poco. Forse i post che la protagonista Ifemelu scrive in America sul suo blog Razzabuglio, o varie osservazioni sui Neri Americani (un tempo noti come negri) da parte di una Nera Non Americana (da leggere soprattutto quello a pagina 351, Obama è qualcosa di diverso da un nero?).

La trama è semplicissima: Ifemelu e Obinze si amano in Nigeria; Ifemelu si trasferisce in America per studiare e per una serie di ragioni sparisce, lasciando Obinze senza una spiegazione; Obinze va a vivere in Inghilterra ma viene espulso; tornano entrambi in Nigeria e si ritrovano. 
Nei rispettivi Paesi di passaggio, entrambi sognati e idealizzati dai nigeriani in patria - l'America è sempre l'America e l'Inghilterra pure - vengono trattati da immigrati più o meno graditi. Fanno mille lavoretti, scendono a compromessi - che per le donne sono ovviamente sempre quelli, che hanno a che fare con il sesso -, provano a inventarsi una vita. Ma poi tornano alla Naija (termine con cui i nigeriani chiamano affettuosamente la Nigeria). E tornano con un bagaglio occidentale che viene in parte invidiato, in parte ammirato, in parte detestato da chi è rimasto. Contenere due culture non è facile, ma il senso di appartenenza vince sempre, alla fine.

Obinze e Ifemelu cambiano, ma forse cambiano in modo talmente simile da continuare a riconoscersi. Ci vogliono anni e tanti chilometri per sentirsi vicini...

Bello, ma un po' confuso in certe parti, un po' dispersivo. Che ci sta, anche i personaggi sono dispersi, ma in certi momenti risulta un po' "stanco". Questo nulla toglie al valore dell'argomento: l'identità e l'amore sono anche, sì, una questione geografica. E soprattutto culturale. Ma il mix è sempre vincente, se si sanno distinguere gli ingredienti e mescolarli nel modo giusto.

Americanah, di Chimamanda Ngozi Adichie, Einaudi, Super ET, 2014 (2013), 494 pagine. Traduzione di Andrea Sirotti

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