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La portalettere, di Francesca Giannone

 

La portalettere, Francesca Giannone

Premio Bancarella 2023. L'ha vinto. Eh sì! Con 172 voti su 179. Il perché è per me un mistero. Non avendo letto gli altri non posso certo giudicare, ma dovevano essere veramente una delusione visto il successo de La portalettere di Francesca Giannone (non ho trovato la motivazione ufficiale da nessuna parte. Se qualcuno l'avesse letta lo prego di contattarmi e comunicarmela). Per carità, si fa leggere, è carino, i personaggi sono tratteggiati bene, la trama è avvincente... però... dai... il clamore intorno a questo libro mi sembra veramente fuori misura, a tratti assurdo. 

Innanzitutto c'è a mio parere una grande confusione per quello che riguarda la “classificazione”: ho sentito parlare di romanzo storico. Oddio, di romanzo storico ha il fatto di essere ambientato nel passato, certo, durante un periodo importante e controverso ma molto poco dice dell'epoca, in realtà, a parte cenni ai costumi e alla mentalità. I grandi fatti storici sono solo accennati, non si sente il sapore della guerra (che viene saltata a piè pari tra l'altro) e del dopoguerra  Il linguaggio è prettamente contemporaneo, i dialoghi sembrano quelli sulla metropolitana oggi, non c'è distinzione di lessico tra la gente del Nord e quella del Sud, né tra la gente colta e quella meno colta. Anna, Agata, Carlo, Antonio... parlano tutti nello stesso modo, nonostante siano molto diversi per provenienza geografica e culturale. E questo, volendo, si potrebbe anche capire: la lettura così risulta naturalmente più scorrevole. La trama, del resto, si presta a dialoghi svelti e andamento rapido. La riassumo veramente in due righe perché la sinossi riempie una vera miriade di pagine web e non ha senso dilungarcisi sopra. 

Lizzanello, provincia di Lecce, 1934. Carlo e Anna Greco si trasferiscono dalla Liguria alla Puglia per tornare in seno alla famiglia. Antonio e Agata e la figlia Lorenza li accolgono a braccia aperte visto il legame profondissimo che lega Carlo e Antonio. Inoltre Anna ha perso una figlia piccola e trova in Lorenza una sorta di figlia adottiva. Ma la differenza di abitudini di Anna si fa sentire presto e il suo insistere nel voler lavorare apre delle crepe nei rapporti familiari. Diventa portalettere e si mette a girare per le case diventando amica di quella che viene considerata da sempre la matta del paese, Giovanna, amante di un prete, che entrerà a far parte della famiglia. Ma su tutto c'è l'amore che Antonio prova a prima vista per Anna, ricambiato senza coraggio. Inoltre Carlo rincontra Carmela, l'innamorata della sua giovinezza che ha ora un figlio, Daniele, che sarà croce e delizia della vita di tutti. Il finale è piuttosto scontato, ancorché un po' assurdo, sia per situazioni che per reazioni psicologiche, sicuramente affrettato e un po' tirato di lungo. 

Insomma... un feuilleton a tinte più o meno forti, ambientato nel passato, con protagonista una donna emancipata. Per carità, scritto benino, avvincente, ma... Ho sentito dire che è un romanzo storico ricostruito benissimo e con un personaggio femminile forte, emblema di un neonato femminismo comunista. Ecco: sulla carta, leggendo la sinossi, in effetti sembrerebbe così, ma alla lettura del romanzo mi è risultato tutto molto debole, molto concentrato sulle questioni familiari e intime e molto poco sull'Italia del pre e dopoguerra, sulle sue contraddizioni e sul dolore comune dei suoi abitanti tutti. E mi è spiaciuto, perché c'erano delle cose molto interessanti che speravo venissero sviluppate, tipo la creazione di un centro per donne maltrattate voluto da Anna che mi sarebbe piaciuto avesse un po' più di spazio nella narrazione, più spessore. E invece, alla fine, La portalettere risulta essere un romanzo di narrativa pura e semplice, che sembra cavalcare l'argomento femminista senza però sporcarsi le mani andando fino in fondo e soprattutto lasciando in superficie i conflitti profondi che inevitabilmente si vengono a creare. 

Mi ha fatto pensare a Le assaggiatrici di Rosella Postorino: ottimi spunti per romanzi tutto sommato mediocri. Speravo meglio. E soprattutto mi apre una riflessione sui criteri di valutazione dei premi letterari di oggi... 

La portalettere, di Francesca Giannone, Casa Editrice Nord, 2023, 411 pagine. 

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