Tieni i piedi sul fresco tappeto della terra, ma innalza la mente fino alle finestre dell'universo.
La quinta sorella è Tiggy, Taygete che nella mitologia venne trasformata in una cerva da Artemide per proteggerla da Zeus. È la sorella più spirituale e la troviamo presso una tenuta scozzese, Kinnaird, ispirata alla tenuta Alladale nelle Highlands, alle prese con dei gatti selvatici e la scoperta sensazionale di un cervo affetto da leucismo, ovvero bianco, che dato il suo aspetto “soprannaturale”, Tiggy chiama Pegaso. Lui sarà indirettamente la causa del viaggio che porterà la ragazza, come le altre, alla ricerca delle sue origini, al Sacromonte, quartiere di Granada, dove le cuevas, un tempo dimore dei gitani sono ora perlopiù alberghi, luoghi di ritrovo, ma che hanno mantenuto un'anima spiccatamente tradizionale. Un luogo magnifico, con una vista strepitosa sull'Alhambra. Dell'Andalusia, Granada è la città che ho amato di più, proprio perché non c'è punto della città da cui, alzando gli occhi, non si veda la meravigliosa fortezza, dono di un re al suo amore...
Due sono le radici potenti che vivono in Tiggy: quelle della nonna, Lucìa – ispirata alla figura di Carmen Amaya, celeberrima ballerina di flamenco degli anni Venti e Trenta che si esibiva vestita da uomo – e del nonno Ménique, il suo accompagnatore alla chitarra, in perenne tournée mondiale con il loro cuadro – ensemble di ballerini e musicisti di flamenco; e quelle della prozia bruja – «donna saggia che vede cose» – Angelina, da cui ha ereditato il “dono” di curare le ferite del corpo e di “sentire” le presenze dei defunti.
In Scozia incontra un gitano, molto vicino alla famiglia della madre di Tiggy, Chilly, che la indirizzerà alla porta precisa a cui lei dovrà andare a bussare... una porta azzurra. Da lì verrà messa al corrente della sua storia, tramite le vicende rocambolesche della nonna Lucìa, dei bisnonni Maria e José, dello tio Pepe, durante l'orribile Guerra Civile spagnola e poi in America Latina e negli Stati Uniti; e poi alle più recenti della madre Isadora (come Isadora Duncan) e di Angelina e di tutto il popolo gitano, da sempre ostracizzato e perseguitato, arroccato nella comunità chiusa ma protetta del Sacromonte.
Ma Tiggy ama gli animali e vuole lavorare con loro, curandoli e proteggendoli; e l'occasione ce l'ha a Kinnaird con il guardiano Cal e la governante Beryl, con il proprietario medico Charlie e la figlia di lui Zara e, purtroppo, con altri personaggi molto meno piacevoli che incontriamo lì: Ursula, Fraser, Zed...
La storia è sviluppata benissimo, come sempre tra presente e passato, e nel caso di Tiggy, con un potente ponte spirituale a unirli. Sarà che La ragazza della luna la Riley l'ha scritto dal letto di ospedale in cui è stata per quasi un anno, per curare la malattia contro cui perde... la componente dell'anima e della morte sono il leitmotiv di tutto il romanzo. Sviluppati con gusto ed eleganza e molto studio, com'era sempre uso dell'autrice. I temi affrontati sono tanti: dalla dicotomia anima/scienza a quello genitori/figli con relativi traumi; all'emarginazione di certi popoli basati sul denaro e sulla superstizione come avviene da sempre tra gitanos (loro) e payos (noi)... In questo senso è molto interessante l'intervista che si trova in fondo con l'autrice.
Un altro bel capitolo, anche se con meno radici storiche “riconoscibili”, che immerge in una cultura molto diversa dalla nostra, che guardiamo con tanti pregiudizi e che invece ha fatto la storia dell'Europa, a suo modo, come carne da macello, ma anche foriera di tradizioni amate tuttora, carica di spiritualità e antichi saperi che la nostra società consumistica e occidentale ha completamente perso. Bellissima l'ambientazione andalusa e le descrizioni delle danze di Lucìa, e quelle della natura di Kinnaird. Il personaggi di Tiggy è molto centrato, molto coerente, forse la sorella meglio caratterizzata tra le cinque, in attesa di incontrare Electra, splendida, famosa, ribelle, strafatta... chissà dove andremo...
Carmen Amaya (flamencocalgary.com) |
La ragazza della luna (quinto volume di Le Sette Sorelle), di Lucinda Riley, Giunti, 2018, 704 pagine. Traduzione di Roberta Zuppet.