Avevo bisogno di un romanzo-staccacervello per passare delle ore di relax in un momento intellettualmente impegnativo. Ho fatto bene a leggere I miei giorni alla libreria Morisaki. Carino, scorrevole, si legge in un soffio. In perfetto stile nipponico ci si lascia trasportare da una storia semplice, scritta in modo semplice e sottile da Satoshi Yagisawa, e si vaga tra le strade di Tokyo come fossero casa nostra. E il quartiere Jinbōchō è un angolo di Paradiso per i lettori e leggerne le descrizioni fa venire voglia di saltare su un aereo... anche se è decisamente più facile andare a Port'Alba... 😄
Da queste parti ogni libreria ha la sua specializzazione. C'è chi vende solo testi accademici e chi solo copioni teatrali. Alcune librerie sono davvero particolarissime, per esempio quelle che vendono vecchi albi illustrati o raccolte di fotografie. In tutto il mondo non c'è un quartiere di librerie grande come questo.
I personaggi sono disegnati con pochi tratti, ma ne se capisce l'essenza attraverso le relazioni tra di loro e i piccoli monologhi sulla vita che costellano la narrazione.
Takako - una venticinquenne a cui piace soprattutto dormire -, lo zio Satoru e la moglie Momoko intessono la trama di una vita quotidiana che, come tutte le vite quotidiane, contiene una dose di triste eccezionalità, che Takako vivrà per un periodo e si porterà dietro per tutta la vita, ricordando con affetto e malinconia i giorni alla libreria Morisaki...
Niente di epocale, ma sicuramente un piacevole passatempo.
Ero entusiasta del fatto che le foglie degli alberi ingiallissero proprio mentre il mio stato d'animo cambiava.
I miei giorni alla libreria Morisaki, di Satoshi Yagisawa, Feltrinelli, 2022 (2010), 149 pagine. Traduzione di Gala Maria Follaco. In fondo si trova un glossario per le parole giapponesi che restano in lingua nel testo.