Prima di questo romanzo avevo letto di Anne Tyler La danza dell'orologio e mi ero chiesta come avesse fatto l'autrice a vincere un premio così prestigioso come il Pulitzer (nel 1988). Ecco come ha fatto! Con un romanzo scritto in modo splendido, seppur semplice, in cui i personaggi risaltano come un bassorilievo scolpito nella morbida materia della nostalgia.
La protagonista - anche se è un libro tendenzialmente corale - è Maggie, una donna di quarantotto anni, sposata con Ira, madre di due figli, Jesse e Daisy. È una donna in realtà insopportabile ma anche disarmante, che cerca disperatamente di portare la vita sua e degli altri a recitare il suo copione, senza rendersi conto che i personaggi della sua esistenza non sono disposti a recitare nella sua commedia - o tragedia, in realtà.
Jesse sposa Fiona, la fidanzatina diciassettenne che ha messo incinta e della quale si mette in testa di volere disperatamente il figlio. Maggi diventa allora attrice dello spettacolo di Jesse, un'attrice-marionetta che esegue le indicazioni; per poi ritrovarsi regista quando ritiene che Jesse abbia sbagliato tutto. Non le piace il finale e allora cerca di cambiarlo: mentendo, esagerando, manipolando... senza cattiveria, mai, solo rincorrendo disperatamente il proprio desiderio di finale.
Ma le cose dovevano andare così? O era diverso il dramma che voleva mettere in scena da ragazza? E quale secondo, terzo, quarto atto la aspettano? A volte, l'incaponirsi su una linea narrativa è un errore, ma cambiare strada e adattarsi è qualità di pochi registi della propria vita, dei quali Maggie, chiaramente, non fa parte.
Avevamo promesso che non avremmo fatto una piega camminando a piedi nudi. Avevamo promesso che non saremmo state sdraiate sulla spiaggia a prendere il sole invece di nuotare, e che non avremmo nuotato con il mento sollevato in modo da non rovinarci la pettinatura. Avevamo promesso che non avremmo lavato i piatti subito dopo cena perché ci avrebbe tenuto lontane dai nostri mariti: te lo ricordi? Quand'è stata l'ultima volta che hai lasciato i piatti per il mattino dopo in modo da poter stare con Max? Quand'è stata l'ultima volta che Max si è accorto che non lo facevi più?
Un romanzo intenso, scritto molto bene, con profondità ma senza perdersi in futili dettagli. Molto consigliato a chi vuole scandagliare l'animo umano senza addentrarsi in psicologismi funambolici. Non sono di solito un'amante di questo tipo di elucubrazioni intorno all'ombelico di un personaggio. Non è uno di quei libri – penso a quelli di Joyce Carol Oates, per intenderci – che usano la storia di una famiglia per parlare della società. Penso che la vicenda di Maggie resti molto irretita nella vita e nei pensieri di Maggie stessa e della sua famiglia. Ma va bene così. A volte è anche bello lasciarsi trasportare da libri più “semplici”, più intimi, con un campo più ristretto. Se sono scritti così, va bene...
Lezioni di respiro, di Anne Tyler, Guanda, 2017 (1988), 320 pagine. Traduzione di Luigi Schenoni