Passa ai contenuti principali

Dentro la vita, di Luciana Boccardi


Dopo La signorina Crovato, in Dentro la vita troviamo Luciana alle prese con la sua vita da adulta. I problemi in famiglia sono sempre la sua prima preoccupazione: il padre è molto malato e la sua fine sembra ormai prossima; la madre è preoccupatissima per la sempre più precaria situazione economica, che è anche l'ostacolo all'assecondare il desiderio del figlio Giorgio di studiare ingegneria. Luciana è quindi costretta a lavorare come una pazza, tra il lavoro in Biennale e altri mille lavoretti di dattilografia a casa di personaggi importanti della storia culturale italiana. Nelle sue peregrinazioni professionali conosce Virgilio Boccardi e tenendo conto del cognome dell'autrice, è abbastanza facile indovinare il ruolo che il ragazzo avrà nella sua vita, anche se la storia è più curiosa di quello che si potrebbe pensare... 

Lo stile della Boccardi si fa più giornalistico che nel primo libro. Molto dettagliato quando parla di lavoro e dei numerosi personaggi che incontra in quella meravigliosa Venezia: Elio Zorzi, Louis Jouvet, Stravinskij, Gala (compagna di Paul Éluard e musa di Dalì, di Ernst, di Man Ray), Marcello Mastroianni, Luchino Visconti... un'epoca straordinaria, l'âge d'or della vita intellettuale e mondana della Repubblica. Luciana vi si getta a capofitto, facendo presto carriera grazie alla sua abnegazione, alla sua passione e anche, diciamolo, alla sua bellezza. Basta guardare il suo ritratto in copertina per rendersi conto di quanto fosse raffinata e semplice allo stesso tempo. 

Ama scrivere e viene presa a collaborare come cronista al «Gazzettino di Venezia» nel settore cultura da cui passa poi al alla moda, dove affermerà presto il suo nome, arrivando a frequentare le grandi capitali della moda, mondiale tra le passerelle sfolgoranti dei grandi stilisti allora in voga: Versace (di cui fu amica personale), Fendi, Dior, Chanel, Lacroix; e poi dei nomi che si affacciavano alla scena mondiale per restarci con successo fino a oggi: Armani, Valentino, Raffaella Curiel, Renato Balestra... Un tourbillon di lustrini e dolce vita. Contemporaneamente la sua vita privata si svolge su binari ben più modesti, tra sacrifici, passioni amorose, rapporti di rispetto e amicizia. 

Purtroppo il libro resta incompleto, sospeso, e data la morte della Boccardi proprio a gennaio dell'anno scorso (il 13, per la precisione, giorno in cui ho finito di leggere il libro per un'incredibile coincidenza) e molto difficilmente avrà un seguito, a meno che l'autrice non abbia lasciato qualche scritto... speriamo, perché la curiosità è forte. 

Il romanzo, devo dirlo, in realtà l'ho trovato piuttosto mediocre, meno bello del primo, più una lista di personaggi ed eventi che una vera e propria storia. Ma ha degli aspetti veramente particolari. Da un lato il mio interesse personale per un mondo che ho scelto come seconda casa: il teatro e l'evento culturale in genere; dall'altro, sempre un aspetto personalissimo, il fatto che si svolga tra le due città che amo di più al mondo: Venezia e Parigi. Trovo splendido quando i libri parlano di luoghi che mi sono cari a livello intimo, per motivi diversi, che hanno a che fare con la mia storia: il Campo di Santa Maria Formosa, la trattoria Scalinetto (una tappa quasi fissa quando vado a Venezia), la vigna di Montmartre (che ho visitato proprio quest'anno e mi è rimasta nel cuore), il Café de Flore nel Quartiere Latino di Parigi... una passeggiata tra i miei ricordi a braccetto con Luciana. Questa è la parte che mi è piaciuta di più di un libro che poteva essere un po' freddo e superficiale e che invece è costellato di piccoli appunti di intimità che me lo hanno reso piacevole e anche un po' commovente. 

Un altro aspetto che mi è molto piaciuto è il modo in cui Luciana affronta la vita e la modernità. In un momento in cui fare le cose in modo diverso, ribellarsi, cercare di cambiare a 360 gradi sembrava essere la via per la libertà, per Luciana era la via per la maleducazione. Perché voler gettare via le cose che funzionano per il gusto di farlo? Solo per essere ribelli e quindi liberi? Una riflessione che col senno del poi ha molto senso, anche se naturalmente per chi ha vissuto in quegli anni le motivazioni avevano una valenza molto importante. Insomma, un libro che mentre parla della vita difficile di una donna, fa riflettere anche sui nostri giorni. In questo senso mi è piaciuto molto.

Note a margine: È molto interessante - e anche avvilente - notare come veniva gestito il lavoro in tempi non lontani. La meritocrazia e il rispetto per il lavoro femminile, per esempio, che probabilmente non era così per tutte, ma la sensazione è che ci fosse più parità (almeno in certi settori) e senz'altro più attenzione nei confronti dei lavoratori capaci e volenterosi. Quello che è stato fatto al lavoro negli ultimi trent'anni è deplorevole. 

Dentro la vita, di Luciana Boccardi, Fazi Editore, 2021, 301 pagine. 

 

Post popolari in questo blog

L'ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili

 Mi ero ripromessa di lasciar passare un po' di tempo prima di leggere altre saghe familiari, avendo ampiamente dato nel 2021 ( il ciclo dei Leoni di Sicilia , Prima di noi , la saga dei Clifton , La casa sull'argine , Gente del Sud ...); ma poi, in biblioteca, mi sono ritrovata tra le mani questo tomo notevole di più di mille pagine, e mi sono incuriosita. In più, Nino Haratischwili nasce drammaturga e regista e la mia "deformazione teatrale" ha preso il sopravvento. Ringrazio la mia capacità innata di non tenere fede ai miei propositi! Altrimenti non avrei letto quello che penso sia un capolavoro, un libro che va oltre la famiglia, oltre la Storia, oltre il tempo e lo spazio, compenetrandoli con la scrittura. Stasia (che parla con i fantasmi), Christine , Kitty , Elene , Daria , Niza (la narratrice) e Brilka (la destinataria di questa storia e dell'ottava vita); ma anche Mariam, Sopio, Ida, Alla, Lana, Nara, Fred, Amy... sono le donne le protagoniste di ques

Tre, di Valérie Perrin

  Puro intrattenimento, ottimo. Dopo Il quaderno dell'amore perduto (bruttissimo il titolo italiano; suonava così bene in francese: Les Oubliés du dimanche  [I dimenticati della domenica])  e Cambiare l'acqua ai fiori , la Perrin torna a parlare di passato e di come il passato sia inevitabile vettore delle nostre vite, nel bene e nel male; come non possa cancellarsi; come possa essere rifugio e pietra al collo, consolazione e condanna. Banale? Un po', indubbiamente. Ripetitivo? Anche, forse. Ma devo dire che non mi stanca mai. È una di quelle autrici che non consiglio di leggere in modo "seriale"; penso che tra un libro e l'altro sia meglio inserire altre letture per non rischiare di cadere un po' nella reiterazione del meccanismo. Ma se si vuole "staccare il cervello" con letture di evasione, avvincenti e scritte bene, allora la Perrin per me è perfetta.  Con Tre ci porta a La Comelle , un paesino della Borgogna, uno di quelli da cui i ragazzi

La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig

  Ho trovato per caso, tra altri libri, sistemando una casa per affittarla, La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig . Incuriosita, non conoscendo l’autore né il titolo mi sono informata, scoprendo che è considerato un capolavoro nel suo genere. Beh, lo confermo. L’ho letto in un giorno, senza riuscire a staccarmene. Non amo etichettare i libri per genere, ma se dovessi farlo per questo, onestamente non saprei dove collocarlo. Inizia come un giallo, con la morte di un uomo d’affari e scacchista, Dieter Frisch , che viene catalogata come suicidio. Ma sul cui corpo viene ritrovata una scacchiera di stoffa, cosa che fa pensare invece più a un’esecuzione. Con un flashback del giorno prima della morte, ritroviamo Frisch in treno impegnato in una partita a scacchi con un collega. A un certo punto nello scompartimento entra un uomo, Hans Mayer , che comincia a raccontare una storia sul suo maestro-mentore-padre adottivo, Tabori , ex detenuto del lager di Berger Belsen che si scoprirà avere