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Il mondo secondo Garp, di John Irving


Nel mondo secondo Garp siamo obbligati a ricordare ogni cosa.

Sono molto felice di aver lasciato la lettura di Il mondo secondo Garp dietro a quella di altri libri di John Irving (premetto che lo trovo un autore fantastico, davvero fantastico e che Hotel New Hampshire lo considero uno dei libri della mia vita). Felice perché, nonostante sia cronologicamente il suo primo capolavoro, Garp riassume i temi fondamentali che si ritroveranno poi, sparsi, nei capolavori successivi: c'è il tema della transessualità (Roberta) di In una sola persona; il tema della donna e del rapporto con la maternità (Jenny) di Le regole della casa del sidro; il tema dell'adolescenza e della socialità (Garp e Duncan) di Preghiera per un amico; e poi ci sono Vienna, l'orso e il tema della ricerca della perfezione nella scrittura di Hotel New Hampshire. Insomma, una sorta di preambolo alla propria poetica questo lungo e bellissimo romanzo di Irving.

Jenny Fields, infermiera, «sessualmente sospetta», allergica alla vita con un uomo e alla lussuria, ma desiderosa di avere un figlio, lo ottiene avendo un rapporto più che clandestino con uno dei suoi pazienti reduci di guerra, moribondo, il tenente Garp, schiantatosi durante una missione e ormai capace solo di dire «Garp» e null'altro. Jenny chiama il figlio T. S. Garp (Technical Sergeant Garp) e lo cresce nell'infermeria di una scuola per soli maschi, dove lui studierà, imparerà la lotta in palestra e si innamorerà della sua futura moglie, Helen Holm. Da lei avrà tre figli (Duncan, Walt e Jenny) e con lei affronterà una vita matrimoniale come tante altre, tra tradimenti - di entrambi, ma certo più di Garp che di Helen - litigate, opinioni politiche, incidenti, lutti. Ma con qualcosa in più: un dolore lacerante che diventa irrimediabilmente un giro di boa, e poi un altro, tra violenza e cattiva sorte. Una serie di gustosissimi personaggi "secondari" costellano la vita della famiglia Garp e ognuno di loro lascia il segno fino alla fine: John Wolf, l'editore amico sia di Jenny che di Garp; Roberta Muldoon, eh giocatore di rugby, transessuale, amica e compagna politica di Jenny, affezionatissima a Garp, Helen e soprattutto Duncan; Ellen James, ragazzina che perde la lingua dopo uno stupro e diventa il capro espiatorio di una fazione di femministe accanite che saranno una croce durante tutta l'esistenza della famiglia Garp, nel bene e nel male; il Dean Bodger, allenatore di lotta di Garp, amico di famiglia; Alice e Harrison Fletcher, coppia con cui Garp e Helen avranno un divertente scambio amoroso; Jillsy Sloper, donna delle pulizie, prima lettrice suo malgrado dei romanzi di Garp; Donald Whitcomb, il biografo ufficiale di Garp; e la famiglia Percy, che avrà un ruolo tragicamente fondamentale durante tutto il percorso di Garp, anche se alla sua insaputa. Insomma, una galleria di personaggi tragicomici, divertente, a tratti assurdi come sempre i personaggi di Irving, profondamente, incredibilmente umani.   

Ma al di là delle vicende strettamente biografiche legate alla trama, Il mondo secondo Garp parla di un ragazzo che vuole fare lo scrittore. Molto semplice. Un ragazzo che cresce in modo anomalo, con una madre anomala che sente il bisogno di scrivere:

Un romanzo è solo un luogo dove immagazzinare tutte le cose significative he un romanziere non riesce ad adoperare in vita sua.

Questo è: semplicemente. Ci sono momenti in cui questo romanzo sembra più un saggio, un compendio delle idee di Irving sulla letteratura che lui, intelligentemente, mescola al vissuto di un personaggio, impregnando la letteratura di una vita intrisa di letteratura: un concetto un po' difficile da esprimere ma molto semplice da capire quando si legge Garp. Il suo romanzo che più farà successo sarà inconsciamente autobiografico, esattamente il tipo di romanzo che Garp rifiuta. È ferocemente contrario all'autobiografismo, ma non può fare a meno di incorrervi:

Il peggior motivo (secondo Garp) per cui qualcosa entri a far parte di un romanzo è che questo qualcosa sia successo sul serio. «Tutto è successo! Qualsiasi cosa è realmente accaduta una volta o l'altra!», diceva con rabbia. «Se a un dato momento, in un romanzo, succede qualcosa, questo deve succedere solo perché è la cosa ideale per la trama,  in quel momento».

Ecco, questo per me è il fulcro del romanzo, nonché della poetica di Irving. Cosa che lui stesso contraddice, come spiega nella bellissima prefazione, che consiglio di leggere dopo la lettura del libro. 

Come sempre Irving incanta, con una capacità narrativa eccezionale, con il coraggio di scavare dentro l'assurdo, senza paura, scavando nei personaggi e mettendone in luce i lati più bizzarri, quelli che più li avvicinano alla realtà, ma contemporaneamente, con una capacità romanzesca e a tratti fantastica che lo rende un autore profondamente realista e profondamente "magico" allo stesso tempo. 

Irving non si divora, si assapora, boccone per boccone, gustando sotto la lingua il dolce-amaro delle sue storie, commuovendosi e tifando per i personaggi, odiandoli a volte, ma riconoscendone sempre la potenza. Come sempre una lettura di grandissima pienezza, quella che sanno scrivere i grandi romanzieri americani. Il tutto condito da una denuncia alla società, a certi estremismi, un inno alla tolleranza dell'intolleranza, alle donne, agli uomini e a tutto quello che ci sta in mezzo. Grandissimo.

– Sicché l'hai letto per vedere come andava a finire?
– Un libro si legge forse per qualche altro motivo? 

 

Il mondo secondo Garp, di John Irving, Bur-Rizzoli, 2020 (prima edizione 1976), 511 pagine. Traduzione di Pier Francesco Paolini 

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