Joël Dicker è il modo migliore per uscire dall'impasse del lettore. Dopo un periodo di stasi, in cui non riuscivo a leggere Guerra e pace per colpa di una stanchezza mentale abnorme, e dopo aver letto qualche libercolo di nessuna importanza di cui non ho tenuto a memoria neanche i titoli né gli autori, per il compleanno mia zia mi ha regalato Il caso Alaska Sanders. Grazie! Era quello che ci voleva. Due giorni di relax e Dicker; risultato: 607 pagine lette in due giorni, senza interruzione se non per mangiare e dormire. Un libro con gli ingredienti perfetti per la ricetta del piatto perfetto con cui riprendere a mangiare: suspense, una storia densa, un linguaggio leggero, il tutto condito da personaggi interessanti, ma senza pretese di psicologismo. E voila! La lettura immersiva è servita!
Il commento sarà breve perché qualsiasi cosa dica sarebbe uno spoiler. Due cose veloci sulla trama: per una serie di circostanze, Marcus Goldman e Perry Gahalowood - già incontrati in La verità sul caso Harry Quebert e (solo Goldman) ne Il libro dei Baltimore - si ritrovano a indagare su un cold case di undici anni prima, quando era stata ritrovata morta una giovane donna, Alaska Sanders, prima colpita alla testa e poi strangolata. Per l'omicidio era stato incriminato il fidanzato, Walter Carrey, ma per cause che non svelo, viene incarcerato l'amico Eric Donovan, che si trova tuttora in carcere, dopo essersi sempre dichiarato innocente. Dalla sua parte, la sorella poliziotta Lauren e la sua avvocatessa.
Il meccanismo narrativo è la cifra stilistica di Dicker: un continuo andare e venire, in cui il presente si alterna a flashback e a flashback di flashback, in un gioco di scatole cinesi in cui il tempo e le situazioni diventano un flusso attraverso cui la storia si dipana con continui colpi di scena, sino al finale, forse non particolarmente imprevedibile, ma certo costruito ad arte. Nessuno è quello che sembra, niente è successo come sembrava fosse successo, come se nessuno fosse mai al posto giusto nel momento giusto. Come il caso, le coincidenze e gli equivoci possono cambiare il corso della vita... e della morte.
In tutto questo, "irruzioni" di Harry Quebert in vari punti della vicenda, trattengono il filo con i libri precedenti e contribuiscono alla struttura del personaggio di Goldman, indubbiamente intrigante e con cui molto probabilmente non sarà un addio. Tutto lascia aperto a un possibile seguito. Speriamo, perché Goldman è un personaggio completo, di cui abbiamo imparato a conoscere l'indole e che ci regala sempre intelligenza e acume, senza mai cadere nello scontato.
Un bel giallo, avvincente, costruito benissimo, immersivo, da leggere tutto d'un fiato.
Il caso Alaska Sanders, di Joël Dicker, La Nave di Teseo, 2022, 607 pagine. Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra.