Passa ai contenuti principali

Proprio come te, di Nick Hornby



Lo dico subito: penso che Hornby abbia scritto cose molto migliori. Questo è un libro carino, scorrevole, piacevole, ma non ha, a mio parere, la qualità di Alta fedeltà, o Un ragazzo, o Come diventare buoni, che resta il mio preferito. Siamo un po' nei pressi di Funny Girl, insomma.

Ma Proprio come te ha un'enorme qualità, quella che io amo ritrovare nei libri di puro intrattenimento leggero: va al di là della storia in sé e parla di grandi temi con leggerezza, ma allo stesso tempo con profondità. E in questo caso di ben due grandi temi: la Brexit e le differenze tra persone. Differenze intese nel senso più ampio del termine: di età, di etnia, di cultura, di ceto...

I due protagonisti, Lucy e Joseph, non potrebbero essere più diversi: lei apprezzata insegnante di lettere, lui inserviente di macellaio, babysitter, musicista; lei inserita in un ambiente intellettuale e borghese, lui con pochi amici che vede a volte al pub o in discoteca, abita in una casa popolare; lei bianca, lui nero; lei quarantenne, lui di ventidue anni; lei un divorzio e due figli, lui che non ha mai detto «ti amo» e non ha mai avuto una relazione duratura; lei vota convinta Remain, lui non sa cosa pensa e vota sia Remain che Leave. Niente, niente potrebbe far pensare che questi due prodotti della Londra referendaria possano anche solo scambiarsi più di dieci parole di seguito. E invece... si innamorano. Così, semplicemente e inevitabilmente, durante una serata in cui Lucy chiede a Joseph di fare da baby sitter ai due figli mentre ha un appuntamento più o meno al buio con un affermato scrittore amico di amici. Perché grattando grattando, di cose in comune ne hanno, soprattutto una: entrambi sono poco integrati con il proprio mondo di riferimento affettivo. Joseph non ama andare nei locali, non beve, non si droga, non ha interesse per il sesso occasionale, ignora le tecniche dell'abbordaggio; Lucy trova oziosi i discorsi da donne frustrate di mezza età delle sue amiche ricche e la loro ricerca del toy boy di turno con cui dimenticare vite e mariti insoddisfacenti e noiosi. Sono entrambi figli del proprio ambiente, ma figli ribelli, alla ricerca di altro, di emozioni, di una carriera, dell'amore...

Uno poteva amare soltanto qualcuno che la pensava allo stesso modo, o si potevano costruire altri ponti lungo il fiume? Si poteva scavare un tunnel sotto tutto quel caos, magari?...

Ed è così che la relazione prosegue, tra alti e bassi, in un mondo che non comprende ma deve accettare, perché, alla fin fine, se c'è l'amore si può superare tutto. Affermazione opinabile, ma questo è l'ottimistico messaggio di Proprio come te, che ci dà una visione del mondo interessante e colorata di rosa nonostante il grigio. Mago dei dialoghi, mai come in questo romanzo, Hornby crea schermaglie e discussioni brillanti, soprattutto nelle pagine in cui si affronta il problema Brexit. 

Consigliato a chi vuole un libro divertente, scanzonato ma intelligente, che in un modo o nell'altro, con leggerezza, fa pensare. 

Note a margine: Come sempre succede con la buona letteratura dei dubbi sorgono, ci si trova a pensare: «Beh, in effetti!»; si empatizza con chi la pensa diversamente da noi e, forse, si impara un po' di tolleranza (anche quando è molto, molto difficile). Ovviamente, per mio pensiero, sto dalla parte di Lucy; ma a sentire poi il punto di vista di Joseph viene da pensare che il retaggio, l'ambiente in cui si è cresciuti, la propria famiglia, il proprio imprinting, siano fondamentali nella "crescita politica" dell'individuo. E allora, dal punto di vista del padre, del collega, dei vicini di Joseph, si comprende il perché della Brexit. Anche se non lo condividiamo... Ecco, la buona letteratura pone delle domande, lascia dei dubbi. Hornby lo fa, scivolando con leggerezza su una qualsiasi storia d'amore... Da leggere ascoltando jazz e Leonard Cohen se siete Lucy, musica elettronica se siete Joseph... 

(Lucy e Joseph vanno a vedere una commedia a teatro: è il Come vi piace di Shakespeare, testo a cui sono particolarmente legata. Mi ha commossa...)

Proprio come te, di Nick Hornby, Guanda, 2020, 363 pagine, traduzione di Elettra Caporello

Post popolari in questo blog

L'ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili

 Mi ero ripromessa di lasciar passare un po' di tempo prima di leggere altre saghe familiari, avendo ampiamente dato nel 2021 ( il ciclo dei Leoni di Sicilia , Prima di noi , la saga dei Clifton , La casa sull'argine , Gente del Sud ...); ma poi, in biblioteca, mi sono ritrovata tra le mani questo tomo notevole di più di mille pagine, e mi sono incuriosita. In più, Nino Haratischwili nasce drammaturga e regista e la mia "deformazione teatrale" ha preso il sopravvento. Ringrazio la mia capacità innata di non tenere fede ai miei propositi! Altrimenti non avrei letto quello che penso sia un capolavoro, un libro che va oltre la famiglia, oltre la Storia, oltre il tempo e lo spazio, compenetrandoli con la scrittura. Stasia (che parla con i fantasmi), Christine , Kitty , Elene , Daria , Niza (la narratrice) e Brilka (la destinataria di questa storia e dell'ottava vita); ma anche Mariam, Sopio, Ida, Alla, Lana, Nara, Fred, Amy... sono le donne le protagoniste di ques

Tre, di Valérie Perrin

  Puro intrattenimento, ottimo. Dopo Il quaderno dell'amore perduto (bruttissimo il titolo italiano; suonava così bene in francese: Les Oubliés du dimanche  [I dimenticati della domenica])  e Cambiare l'acqua ai fiori , la Perrin torna a parlare di passato e di come il passato sia inevitabile vettore delle nostre vite, nel bene e nel male; come non possa cancellarsi; come possa essere rifugio e pietra al collo, consolazione e condanna. Banale? Un po', indubbiamente. Ripetitivo? Anche, forse. Ma devo dire che non mi stanca mai. È una di quelle autrici che non consiglio di leggere in modo "seriale"; penso che tra un libro e l'altro sia meglio inserire altre letture per non rischiare di cadere un po' nella reiterazione del meccanismo. Ma se si vuole "staccare il cervello" con letture di evasione, avvincenti e scritte bene, allora la Perrin per me è perfetta.  Con Tre ci porta a La Comelle , un paesino della Borgogna, uno di quelli da cui i ragazzi

La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig

  Ho trovato per caso, tra altri libri, sistemando una casa per affittarla, La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig . Incuriosita, non conoscendo l’autore né il titolo mi sono informata, scoprendo che è considerato un capolavoro nel suo genere. Beh, lo confermo. L’ho letto in un giorno, senza riuscire a staccarmene. Non amo etichettare i libri per genere, ma se dovessi farlo per questo, onestamente non saprei dove collocarlo. Inizia come un giallo, con la morte di un uomo d’affari e scacchista, Dieter Frisch , che viene catalogata come suicidio. Ma sul cui corpo viene ritrovata una scacchiera di stoffa, cosa che fa pensare invece più a un’esecuzione. Con un flashback del giorno prima della morte, ritroviamo Frisch in treno impegnato in una partita a scacchi con un collega. A un certo punto nello scompartimento entra un uomo, Hans Mayer , che comincia a raccontare una storia sul suo maestro-mentore-padre adottivo, Tabori , ex detenuto del lager di Berger Belsen che si scoprirà avere