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Il maialino di Natale, di J.K. Rowling


La Rowling è un genio e salva la mia vita psichica. Sempre. Perché lei ha un dono, per me: sa rendere in parole le pieghe della mia anima e trasformarle in consolazione. Sa quali sono i miei pensieri felici e me li mette sulla carta. Harry Potter è la mia ancora di salvezza quando ho periodi di ansia e panico. Li rileggo nei momenti difficili, tutti di fila. Ma ora ho un nuovo amico che mi aiuterà: il maialino di Natale. Lui e Jack, nel viaggio nelle terre del Perdente, si insinuano nelle mie pieghe felici, quelle che mi porto dietro fin dall'infanzia e che mi accompagnano ancora oggi; quelle che ho scelto di non abbandonare; quelle che rendono la mia anima ancora fanciulla, anima a cui sono molto legata. 

Mi sono sempre dichiarata "animista": credo nell'anima degli oggetti, in quanto prodotto dell'essere umano (avete presente La teiera di Andersen? Una fiaba deliziosa). Credo nel loro potere salvifico e anche che ci siano oggetti che aiutano le persone nei momenti bui. Penso al mio asino di pezza che è con me da sempre; al mio segnalibro che ho da anni e anni; ai miei libri più cari, che mi sono cari anche in quanto portatori di pensieri, sottolineature, frasi. Oggetti come messaggeri di memoria. Lino per Jack è questo: un maialino di pezza conciatissimo, mezzo rotto e sempre sporco che ha in sé le lacrime, gli odori dei luoghi in cui sono stati insieme, i pensieri di Jack intessuti nella stoffa, i baci della mamma... Lino non è un maialino di pezza; Lino è l'infanzia di Jack, è il suo mondo, è l'amico che c'è sempre. Quando Jack perde Lino (non dirò naturalmente come), proprio alla Vigilia di Natale, è come se perdesse un'ancora di salvezza. È come se restasse solo, in balia di un mondo che spesso lo fa star male e che non sa come affrontare senza di lui. E Jack si immagina a sua volta Lino solo nella neve, al freddo, senza di lui, in mano a chissà chi... È successo anche a me: con la mia piccola Edvige di peluche che tenevo in macchina, L'ho persa, non ho mai capito come. Ero inconsolabile. Solo pensando che era da qualche parte al caldo, che qualche bambino l'aveva presa con sé e le avrebbe voluto bene come gliene volevo io, solo così mi sono calmata. Avevo trentadue anni. E sarebbe così anche oggi, a quarantacinque. 

Per questo quando Jack perde Lino e gli regalano come rimpiazzo un maialino identico, non basta. Non è il maialino che Jack ha perso, ma qualcosa che non può essere sostituito con nulla: i propri ricordi, la propria sicurezza... Ma sarà proprio il maialino di Natale a condurlo nel mondo del Perdente, laddove vanno tutte le cose e i sentimenti che vengono persi nel Mondo di Sopra. E solo la notte della Vigilia di Natale il varco tra sopra e sotto è aperto. Jack potrà così scendere a cercare il suo amico per riportarlo a casa, a patto di tornare su entro la mezzanotte. Nel mondo del Perdente Jack incontrerà cose perse di ogni genere, che "vivono" in città diverse a seconda di quanto mancano al proprietario; che anche tra le cose perse vige il classismo; incontrerà le Cattive Abitudini e sentimenti belli e brutti (Felicità, Ambizione, Potere...); scoprirà che gli oggetti hanno un carattere e una vita interiore. Il viaggio sarà lungo e avventuroso, e alla fine Jack capirà che le cose cambiano, che è giusto che cambino come è giusto e naturale che cambino i compagni della propria vita, di quella della fantasia e di quella reale e che i cambiamenti spesso sono in meglio per noi e per gli altri.

Non posso svelare di più senza spoilerare, ma posso dire che, come sempre, la Rowling usa l'estrema fantasia, la fiaba, per parlare dei più semplici, atavici e importanti sentimenti umani e che l'accettazione delle cose della vita spesso passa per l'accettazione delle piccole esperienze quotidiane. Splendido e importante.

Consigliato a chi vuole sognare, ma portando il sogno con sé e dal sogno imparare qualcosa di piccolo e prezioso. 

Un plauso speciale alle bellissime illustrazioni di Jim Field.

Note a margine: La Rowling, l'unica donna al mondo che invidio davvero. Un talento straordinario, una visione delle cose meravigliosa, magica, ma sempre dialogante con le vicissitudini della vita. Una capacità narrativa eccezionale. Jack attraverso la perdita e il ritrovamento del maialino di Natale scopre l'importanza della famiglia e anche che spesso i sentimenti altrui vengono celati da mille cose, ma che non per questo non sono autentici. C'è una parte in cui Jack incontra la Felicità persa da un'attrice che molto probabilmente non la ritroverà perché cerca nei posti sbagliati. Un'idea magnifica... La Rowling parla di fantasia per arrivare alla realtà... il ruolo della letteratura, insomma.

Il maialino di Natale, di J.K. Rowling, Salani, 2021, 320 pagine, traduzione di 

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