Ho comprato questo libro alla Feltrinelli di Punta Helbronner, in cima alla Skyway, la libreria più alta d’Europa. Ho scelto questo perché cosa c’è di meglio di leggere un “quaderno di montagna” in montagna? E poi perché sapendo le difficoltà psicologiche di Paolo Cognetti ho voluto fargli un omaggio. Ahimè, non ai suoi livelli, penso, ma so cosa vuol dire... È stato un po’ un mio personale intimo regalo alla sua anima fragile. L’ho finito nel mio bosco del cuore, sdraiata sotto un abete altissimo, con il frinire dei grilli, alberi canterini e la montagna davanti, maestosa e arrossata dal sole. Un po’ una catarsi alpino-letteraria.
C’è una specie di commozione nell’aprire una baita in primavera.
Naturalmente Il ragazzo selvatico è lui, ritiratosi a Fontane, minuscolo borgo vicino a Brusson in Val d’Aosta dopo una crisi depressiva milanese – e come non capirlo! Lì, in una baita sperduta, fornita solo del minimo comfort indispensabile, dopo un periodo di adattamento piuttosto duro, trova il suo equilibrio, con i suoi amici Gabriele e Remigio e trova anche il suo compagno di vita, un border collie “in negativo” di nome Lucky.
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foto tratta da un post molto bello sul blog di Pina Bertoli, che consiglio |
Cognetti è bravissimo a farci percepire il profumo della montagna, i suoi colori, la sua aria pura e rarefatta, le sue insidie. Il racconto delle sue passeggiate con Lucky, degli incontri con i selvatici sempre ricchi di enorme emozione, delle serate con Remigio, che non riesce a chiamare casa «casa» perché si sente nomade, delle bevute con Gabriele, delle camminate in solitaria per sentieri impervi scorre via come un torrente di montagna, veloce, pieno di rapide, dall’acqua trasparente. La cura della sua anima, piano piano, scandita dai ritmi della natura e della luce del sole, penetra in profondità curando anche la tua, lettore, facendoti desiderare ardentemente di trovare il tuo modo di curarti e di capirti.
Lo sai come si dice quando sei triste?, mi chiese. Si dice: mi sembra lungo. Cioè il tempo. È il tempo che quando sei triste non passa mai. Ma l’espressione va bene anche per quando soffri di nostalgia, quando ti senti solo, quando non ti piace più la vita che fai. Remigio a un certo punto aveva sentito che quelle tre parole non gli bastavano, gliene servivano di nuove per dire come stava, e si era messo a cercarle nei libri. Per questo era diventato un lettore così vorace. Cercava parole che gli parlassero di sé.
Tanti richiami letterari, a Thoreau e Rigoni Stern su tutti, ma anche a Erri De Luca, Mauro Corona, Fabrizio De André...
E poi, naturalmente, ci sono le splendide illustrazioni di Alessandro Sanna che rendono perfettamente l’atmosfera con i colori acquarellati, sfumati ma carichi, con le figure umane e animali appena accennate sullo sfondo di campiture di colore a grandi tratti di pennello: la piccolezza umana dinanzi alla natura.
Tutto bellissimo, tutto poetico, tutto potente. Sotto gli alberi, davanti alle cime, una vera catarsi.
Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna, di Paolo Cognetti illustrato da Alessandro Sanna, Terre di Mezzo editore, 2024, 144 pagine.