Pochi, pochissimi, sono i giallisti italiani nelle mie corde. Sandrone Dazieri, Giorgio Faletti, Roberto Costantini e ora, posso dirlo con forza, Antonio Manzini. Attratta dal sempre meraviglioso formato dei libri della Sellerio, casa editrice che amo molto, mi sono decisa a provare un autore di cui tutti dicono bellezze. E anche dalla serie, che non ho ancora visto. Prima di guardare voglio leggere. Per cui, Rocco Schiavone, a noi due! Ha vinto lui. Con la sua ruvidezza romana, la sua scorrettezza, la sua placida antipatia che arriva a scudisciate, il suo rozzo e aberrante modo di affezionarsi, l'abuso di potere usato a fini personali... stupendo! Un personaggio scomodissimo, che un po' mi ha ricordato il Bosch di Michael Connelly, ma forse ancora più estremo. Lo amo, insomma.
In più, e non è per me cosa di poco conto, la vicenda si svolge a Champoluc, zona che amo molto e che frequento con gioia. Ritrovare nei libri i propri luoghi del cuore è sempre appassionante.
La vicenda gialla è semplice: una sera d'inverno, un gatto delle nevi passa sopra a qualcosa che scricchiola e scivola; è il cadavere di un uomo semisepolto dalla neve. È stato ammazzato. Rocco Schiavone indaga. Può essere stata la mafia - la vittima è un siciliano di famiglia agiata che ha vigneti nel catanese -; oppure si tratta di un problema di debiti - la vittima è proprietaria di un b&b ristrutturato da poco -; oppure si tratta di delitto passionale? - la vittima ha una splendida moglie con cui ha aperto il b&b, ambita preda di mezza valle.
Ma al di là di questo, è Schiavone la chiave di tutto. Lui, con la sua magnifica personalità. Quello che si dice: un personaggio molto ben riuscito.
Non vedo l'ora di leggermeli tutti, ora. Ho visto che il secondo si intitola La costola di Adamo. Grazie al cielo la biblioteca è ben fornita.
Antonio Manzini diventa ufficialmente il quarto dito!
E quanto deve essere perfetto Giallini? Mi sa che anche la serie...
Pista nera, di Antonio Manzini, Sellerio editore Palermo, 2013, 273 pagine.