È dolce come il miele che custodisce Angelica Senes questo romanzo di Cristina Caboni, autrice-apicultrice sarda che non conoscevo e di cui leggerò anche gli altri. La storia è una storia di ritorno alla propria terra e al proprio passato remoto, anche quello di cui si percepisce solamente l'esistenza.
Vola, vola, regina dei fiori. Vola, vola, ape dorata. Tu custodisci la vita, tu custodisci ciò che sarà...
Dopo anni di "vagabondaggio" a bordo di un furgone insieme a un gatto e a un cane (occhio, perché il cane si chiama Lorenzo, non regalate il libro alla ministra!), risolvendo problemi apistici in giro per l'Europa, Angelica torna a casa, ad Abbadulche (isola sarda di fantasia, ma non troppo), per scoprire un'amara, terribile verità che getta un'ombra di falsità sulla sua esistenza, a opera di sua madre, Maria, donna complessa, dai profondi abissi, che andava e veniva durante la sua infanzia. A badare a lei, la zia Margherita, Jaja, custode del miele e delle api e di una canzone antica che le attira e le rende innocue. La zia lascerà ad Angelica tutto, la sua casa, il suo giardino, le sue api d'oro...e un piccolo, enorme segreto. Sull'isola ritrova anche Nicola Grimaldi, amore di gioventù, reduce da una brutta esperienza sul lavoro, fratello di un affarista senza scrupoli... Non tutti vogliono Angelica sull'isola a prendersi cura dei terreni di Margherita e presto lei se ne accorge...
Angelica ci pensa un po' su e il suo sguardo si illumina. Le parole dell'acqua sono come quelle del vento, come quelle delle api. E del sole e dei gatti e dei cani e delle pecorelle.
La trama è complessa, c'è molta carne al fuoco, che la Caboni cuce insieme con la delicatezza di un filo di seta. Mi sono piaciuti moltissimo gli eserghi con i tipi di miele e il Quaderno del miele di Jaja in appendice; le spiegazioni sul modo di trattare le arnie; l'immagine delle api d'oro nel grande albero; mi sono piaciute le descrizioni di Abbadulche - ma siamo poi sicuri che non esista? Forse, proprio come il miele, in certi punti diventa un po' troppo dolce, ma la presenza di quei meravigliosi animali, così importanti per tutti noi, che sono le api – che io adoro –, le immagini dell'albero, dell'isola, dei campi e dei fiori, la bellezza degli antichi riti che risplende nella figura delle donne del posto... il tutto lo rende un romanzo delizioso, sereno, ottimista. E sa il cielo quanto bisogno c'è di ottimismo e dolcezza in questi sciagurati anni... Per chi poi, come me, ama gli animali è proprio una carezza...