Passa ai contenuti principali

L'isola dei segreti, di Scarlett Thomas

 

L'isola dei segreti, Scarlett Thomas

La copertina recita: «Sensazionale» - Jonathan Coe. Ok, Jonathan, facciamo due chiacchiere: io ti amo, tu lo sai. Ho letto tutti i tuoi libri: alcuni li adoro, altri meno, ma... mi spieghi cosa avevi in testa quando hai scritto quel «sensazionale»??? Spero ti abbiano pagato molto bene. Dai, carino, divertente a tratti, ma nulla più.

Quando si nasce in un mondo in cui tutto è falso, e nel quale non è possibile fare la differenza, che alternativa c'è oltre allo scivolare sulla superficie, disegnando belle traiettorie?

L'isola dei segreti di Scarlett Thomas si continua a leggere in attesa che succeda davvero qualcosa, ma poi alla fine risulta un libretto banalotto con tantissimi dialoghi assurdi, zero profondità di personaggi e di rapporto tra di essi, dove si parla un casino di sesso, come a un pigiama party delle medie. E in effetti tutto ha quel sapore lì.

Sei individui sconosciuti tra di loro – tre uomini e tre donne – partecipano a un colloquio di lavoro (ognuno stufo per i più disparati motivi delle proprie vita – originalissimo!) e si ritrovano intontiti su un'isola deserta, dove c'è una casa provvista di tutti i comfort. 
Anne è vergine, non ha amici, ma ha una mente eccezionale. Ha deciso che non vuole avere niente a che fare con niente perché non vuole soffrire nel perderlo. Jamie è un matematico che odia i numeri e ha una moglie che non ama ma che non riesce a lasciare, così si consola con perversioni sessuali di varia natura. Thea lavora in una casa di riposo e sfoga le sue frustrazioni in una sala giochi dove vive nei videogames. Bryn è uno scappato di casa, drogato, spacciatore e mezzo delinquente; Emily, fisico da modella, una laurea, mente brillante, si prostituisce tendenzialmente perché non trova lavoro. Paul è stato licenziato dall'azienda informatica in cui lavora, perché ha fatto uno stupido giochino con una cliente. Fa sesso online ed è un po' narcisista.

Piano piano – cioè due ore dopo – cominciano a confidarsi, a scoprirsi, a voler pomiciare tra di loro (!) a farsi domande scabrose sulla masturbazione. Ognuno con il suo carattere e le sue paure. Ma poi? A cosa porta tutto ciò? A un finale scontatissimo, rinunciatario e anche un po' irritante. Sono ancora una di quelle a cui piace pensare che la soluzione sia la lotta e non la fuga. La scrittura è molto semplice, i dialoghi elementari. Cito un passo che mi è piaciuto, ma poi posso serenamente dimenticarmene:
Saper nascondere la tua paura è la prima cosa di cui hai bisogno nel mondo. [...] Nel mondo reale, il pericolo o è fantastico, e perciò ridi, o troppo reale, e quindi lo ignori. La gente muore sulle strade, nei treni, sugli autobus e sugli aeroplani. La gente muore per il monossido di carbonio in appartamenti in affitto, per avvelenamento da cibo e per le bombe dei terroristi. Non c'è mai preavviso.  Jamie e gli altri vengono da una cultura in cui un allarme antincendio non vuol dire veramente incendio. Significa solo che devi uscire e startene fuori a ridacchiare per un po'. Ma un gamberetto o una nocciolina possono ancora ucciderti.

L'isola dei segreti, di Scarlett Thomas, Nuova Narrativa Newton, 2009, 323 pagine. Traduzione di Antonio Bibbò  

Post popolari in questo blog

L'ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili

 Mi ero ripromessa di lasciar passare un po' di tempo prima di leggere altre saghe familiari, avendo ampiamente dato nel 2021 ( il ciclo dei Leoni di Sicilia , Prima di noi , la saga dei Clifton , La casa sull'argine , Gente del Sud ...); ma poi, in biblioteca, mi sono ritrovata tra le mani questo tomo notevole di più di mille pagine, e mi sono incuriosita. In più, Nino Haratischwili nasce drammaturga e regista e la mia "deformazione teatrale" ha preso il sopravvento. Ringrazio la mia capacità innata di non tenere fede ai miei propositi! Altrimenti non avrei letto quello che penso sia un capolavoro, un libro che va oltre la famiglia, oltre la Storia, oltre il tempo e lo spazio, compenetrandoli con la scrittura. Stasia (che parla con i fantasmi), Christine , Kitty , Elene , Daria , Niza (la narratrice) e Brilka (la destinataria di questa storia e dell'ottava vita); ma anche Mariam, Sopio, Ida, Alla, Lana, Nara, Fred, Amy... sono le donne le protagoniste di ques...

Tre, di Valérie Perrin

  Puro intrattenimento, ottimo. Dopo Il quaderno dell'amore perduto (bruttissimo il titolo italiano; suonava così bene in francese: Les Oubliés du dimanche  [I dimenticati della domenica])  e Cambiare l'acqua ai fiori , la Perrin torna a parlare di passato e di come il passato sia inevitabile vettore delle nostre vite, nel bene e nel male; come non possa cancellarsi; come possa essere rifugio e pietra al collo, consolazione e condanna. Banale? Un po', indubbiamente. Ripetitivo? Anche, forse. Ma devo dire che non mi stanca mai. È una di quelle autrici che non consiglio di leggere in modo "seriale"; penso che tra un libro e l'altro sia meglio inserire altre letture per non rischiare di cadere un po' nella reiterazione del meccanismo. Ma se si vuole "staccare il cervello" con letture di evasione, avvincenti e scritte bene, allora la Perrin per me è perfetta.  Con Tre ci porta a La Comelle , un paesino della Borgogna, uno di quelli da cui i ragazzi...

La portalettere, di Francesca Giannone

  Premio Bancarella 2023. L'ha vinto. Eh sì! Con 172 voti su 179. Il perché è per me un mistero. Non avendo letto gli altri non posso certo giudicare, ma dovevano essere veramente una delusione visto il successo de La portalettere di Francesca Giannone (non ho trovato la motivazione ufficiale da nessuna parte. Se qualcuno l'avesse letta lo prego di contattarmi e comunicarmela). Per carità, si fa leggere, è carino, i personaggi sono tratteggiati bene, la trama è avvincente... però... dai... il clamore intorno a questo libro mi sembra veramente fuori misura, a tratti assurdo.  Innanzitutto c'è a mio parere una grande confusione per quello che riguarda la “classificazione”: ho sentito parlare di romanzo storico. Oddio, di romanzo storico ha il fatto di essere ambientato nel passato, certo, durante un periodo importante e controverso ma molto poco dice dell'epoca, in realtà, a parte cenni ai costumi e alla mentalità. I grandi fatti storici sono solo accennati, non si sent...