Passa ai contenuti principali

Breve storia dei trattori in Ucraina, di Marina Lewycka

 

Un libro divertentissimo. Un libro dolorosissimo, Breve storia dei trattori in Ucraina. Marina Lewycka – di origini ucraine, nata nel 1946 in un campo per rifugiati a Kiel, ma residente in Inghilterra – parla di due sorelle, la Bambina della guerra - Vera - e la Bambina della pace - Nadia (protagonista in prima persona del racconto), sempre sotto a litigare, che si ritrovano alleate quando il loro Pappa, vedovo, decide di sposare una procace donna ucraina, Valentina, per farle avere il permesso di soggiorno. Valentina si trasferisce a casa di Pappa con il figlio "finto genio" Stanislav, avuto dal marito "vero" che sta ancora in Ucraina.
Una storia tipica, di immigrazione e sfruttamento, che gioca sugli stereotipi di cui la società occidentale si nutre quotidianamente: quelli che vedono le donne ucraine buone per fare le badanti e le prostitute, a caccia di denaro e rispettabilità. Che è quello che Valentina sembra essere, anche se poi la verità è un tantino diversa. Vera e Nadia vogliono farla espellere, ma poi, tra situazioni surreali e a tratti esilaranti, si renderanno conto che in fondo Valentina è a sua volta una vittima...
La vicenda principale è costellata da ricordi di guerra e dal libro sui trattori che sta scrivendo Pappa e che servono a chiarire il punto di vista dell'autrice e a dare un'idea della storia dell'Ucraina e dei suoi rapporti con l'Urss, con la Germania, con l'Occidente in sé.

Il trattore deve essere usato come un aiuto, non come un’imposizione alla natura. Il trattore deve lavorare in armonia con il clima e la fertilità della terra, e anche con l’umile condizione di spirito dell’agricoltore. Altrimenti genera disastri, che è quanto successe nel Midwest.
I nuovi agricoltori di quelle zone non si preoccuparono di studiare il clima. Si lamentavano della mancanza di pioggia e dei forti venti, ma non tennero conto di un avvertimento. Ararono a più non posso, perché più aravano – così credevano – più sarebbero cresciuti i loro profitti. Poi arrivarono i venti che spazzarono via la terra arata. L’aridità degli anni Venti, e le difficoltà che ne conseguirono, portarono al caos economico che culminò nel crollo della Borsa nel 1929.
È anche legittimo sostenere che l’instabilità e l’impoverimento di cui il mondo intero rimase vittima furono tra i fattori che portarono all’ascesa del nazismo in Germania e del comunismo in Russia, due ideologie il cui scontro condusse la razza umana sull’orlo della distruzione,
È dunque con questa riflessione che voglio lasciarti, caro lettore. Usa la tecnologia che gli ingegneri hanno sviluppato, ma usala con spirito di umiltà e ponendoti sempre dei dubbi. Non permettere alla tecnologia di essere la tua padrona, e non usarla mai per dominare gli altri.
Un libro importante, con cui si ride e si riflette, a maggior ragione oggi che il tema è particolarmente "caldo". E che parla anche di salti generazionali, di dna, di cicatrici, di pregiudizi e di difficoltà di convivenza, intima e sociale. 
Da leggere con la testa aperta e la predisposizione a capire... e ad andare "oltre"; oltre ciò che pensiamo di sapere e oltre ciò che ci inculcano l'informazione e lo studio storico. 
Molto bello.
«Certo, questa Valentina è di un'altra generazione. Non sa niente di storia e ancora meno del recente passato. È figlia dell'era Bréznev. In quell'era tutti pensavano solo a seppellire le cose del passato e a diventare come in Occidente. Per costruire un'economia del genere, la gente deve continuamente comprare qualcosa di nuovo. Bisogna creare nuovi desideri alla stessa velocità con cui si seppelliscono i vecchi ideali. Ecco perché lei vuole sempre comprare qualcosa di moderno. Non è colpa sua. È la mentalità del dopoguerra».
«Ma Pappa, questo non le dà il diritto di trattarti male. Non può vessarti a questo modo».
«A una bella donna si possono perdonare tante cose».
«Ma per favore, Pappa!».

Breve storia dei trattori in Ucraina, di Marina Lewycka,  Astoria, 2022 (2005), 303 pagine. Traduzione di Luigi Maria Sponzilli. Finalista al Women's Prize for Fiction e al Booker Prize nel 2005. Alla fine, dopo i ringraziamenti, è interessante trovare una piccola bibliografia - libri e siti web - da cui la Lewycka ha tratto informazioni sull'aviazione e la meccanica. 

Post popolari in questo blog

L'ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili

 Mi ero ripromessa di lasciar passare un po' di tempo prima di leggere altre saghe familiari, avendo ampiamente dato nel 2021 ( il ciclo dei Leoni di Sicilia , Prima di noi , la saga dei Clifton , La casa sull'argine , Gente del Sud ...); ma poi, in biblioteca, mi sono ritrovata tra le mani questo tomo notevole di più di mille pagine, e mi sono incuriosita. In più, Nino Haratischwili nasce drammaturga e regista e la mia "deformazione teatrale" ha preso il sopravvento. Ringrazio la mia capacità innata di non tenere fede ai miei propositi! Altrimenti non avrei letto quello che penso sia un capolavoro, un libro che va oltre la famiglia, oltre la Storia, oltre il tempo e lo spazio, compenetrandoli con la scrittura. Stasia (che parla con i fantasmi), Christine , Kitty , Elene , Daria , Niza (la narratrice) e Brilka (la destinataria di questa storia e dell'ottava vita); ma anche Mariam, Sopio, Ida, Alla, Lana, Nara, Fred, Amy... sono le donne le protagoniste di ques

Tre, di Valérie Perrin

  Puro intrattenimento, ottimo. Dopo Il quaderno dell'amore perduto (bruttissimo il titolo italiano; suonava così bene in francese: Les Oubliés du dimanche  [I dimenticati della domenica])  e Cambiare l'acqua ai fiori , la Perrin torna a parlare di passato e di come il passato sia inevitabile vettore delle nostre vite, nel bene e nel male; come non possa cancellarsi; come possa essere rifugio e pietra al collo, consolazione e condanna. Banale? Un po', indubbiamente. Ripetitivo? Anche, forse. Ma devo dire che non mi stanca mai. È una di quelle autrici che non consiglio di leggere in modo "seriale"; penso che tra un libro e l'altro sia meglio inserire altre letture per non rischiare di cadere un po' nella reiterazione del meccanismo. Ma se si vuole "staccare il cervello" con letture di evasione, avvincenti e scritte bene, allora la Perrin per me è perfetta.  Con Tre ci porta a La Comelle , un paesino della Borgogna, uno di quelli da cui i ragazzi

La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig

  Ho trovato per caso, tra altri libri, sistemando una casa per affittarla, La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig . Incuriosita, non conoscendo l’autore né il titolo mi sono informata, scoprendo che è considerato un capolavoro nel suo genere. Beh, lo confermo. L’ho letto in un giorno, senza riuscire a staccarmene. Non amo etichettare i libri per genere, ma se dovessi farlo per questo, onestamente non saprei dove collocarlo. Inizia come un giallo, con la morte di un uomo d’affari e scacchista, Dieter Frisch , che viene catalogata come suicidio. Ma sul cui corpo viene ritrovata una scacchiera di stoffa, cosa che fa pensare invece più a un’esecuzione. Con un flashback del giorno prima della morte, ritroviamo Frisch in treno impegnato in una partita a scacchi con un collega. A un certo punto nello scompartimento entra un uomo, Hans Mayer , che comincia a raccontare una storia sul suo maestro-mentore-padre adottivo, Tabori , ex detenuto del lager di Berger Belsen che si scoprirà avere