Adoro Deaver, per svariati motivi, ma più di tutto perché è l'autore in cui mi "rifugio" quando voglio leggere qualcosa che mi faccia staccare totalmente il cervello, ma con qualità. Ho letto quasi tutto, soprattutto della serie di Lincoln Rhyme/Amelia Sachs e della serie di Kathryn Dance. Amo le serie con personaggi ricorrenti e penso che in questo Jeffrey Deaver sia tra i migliori (come anche Fred Vargas con Adamsberg e i Tre evangelisti e Michael Connelly con Bosch). Questo libro, La lacrima del diavolo, invece, è fuori da una serie, anche se Rhyme e Sachs compaiono in un cammeo in cui danno delle indicazioni utili all'indagine per telefono, come se Deaver volesse sempre fare rientrare tutto il suo lavoro in un unico flusso, cosa che fa spesso, che mi piace moltissimo e che trovo interessante per dare continuità a una produzione così vasta e varia.
La cosa eccezionale è che La lacrima del diavolo l'ho letto (li ho letti tutti), ma non mi ricordo una virgola, cosa che ogni volta mi fa leggere Deaver come se fosse la prima volta. Questa cosa potrebbe sembrare strana e anche negativa – non ricordarsi una trama di solito non è un buon segno – e invece per me è un valore aggiunto: la leggerezza con cui leggo Deaver mi fa dimenticare a distanza di anni le trame, ma ogni volta provo un grande piacere a rileggerle.
Come sempre accenno solamente l'intreccio, anche perché con questo tipo di thriller ogni cosa che si dice rischia di essere uno spoiler. Washington, Capodanno. Protagonista è Parker Kinkaid, ex esperto calligrafo dell'Fbi che ora si occupa di documenti storici e dei due figli, di cui ha l'affidamento esclusivo che l'ex moglie vorrebbe togliergli. L'agente speciale Margaret Lukas lo richiama in servizio per investigare sul caso di un assassino che viene chiamato il Becchino e che ha ucciso molte persone a caso in un grande magazzino. Il Becchino è manovrato da un sosco (sospetto sconosciuto) che ha mandato una lettera al sindaco di Washington, Gerald Kennedy, per chiedere venti milioni di dollari. Se la città non paga, il Becchino continuerà a uccidere, ogni quattro ore, in diversi luoghi affollati in un'escalation di morte esponenziale. I puntini sulle i delle parole della lettera sono a forma di goccia: la lacrima del diavolo. Da qui parte l'indagine, ricchissima come sempre di colpi di scena e di più finali che ribaltano continuamente risultati e punti di vista.
I personaggi sono come sempre tratteggiati benissimo, il ritmo è incalzante, la soluzione sorprendente. Ma quello che a mio parere contraddistingue i thriller di Deaver, al di là della maestria nella costruzione della storia e della suspense, è che si impara sempre qualcosa di nuovo. Grande studioso oltreché scrittore, Deaver in ogni libro si concentra su un argomento e lo sviluppa, scavandoci dentro e affrontandolo in modo professionale, non solo narrativo. In questo caso è lo studio della scrittura. Ci sono parti molto interessanti in cui Kinkaid spiega come si analizza la grafia e quali sono le caratteristiche utili per trarre da un testo scritto il profilo di un sosco. Quali sono le tecniche teoriche e scientifiche, quali strumenti e sostanze vengono utilizzate, quali sono i dettagli che consentono di comprendere la psicologia di chi scrive (le inclinazioni, gli stacchi della penna, la quantità di inchiostro). Che poi uno si chiede: ma cosa mi servirà mai? Probabilmente a niente, ma quanto è bello imparare cose nuove mentre ci si immerge in un'indagine appassionante e al cardiopalma? A me è una cosa che piace enormemente.
In più Deaver è bravissimo a fare emergere le personalità dei personaggi, che hanno sempre un passato da nascondere o da affrontare, e un presente difficile con cui fare i conti. Sovrappone l'indagine con la quotidianità dei personaggi contribuendo ad accrescere la tensione della vicenda portante.
Insomma, un gran bel thriller da leggere tutto d'un fiato, che tiene incollati alle pagine con "divertimento" e intelligenza. E pazienza se fra un anno non lo ricorderò, anzi: sarà una bella scusa per rileggerlo e di nuovo staccare.
La lacrima del diavolo, di Jeffery Deaver, Sonzogno, 1999, 409 pagine. Traduzione di S. Massaron
Il gatto nella foto: questi piccoli multipli d'arte seguono i percorsi immaginati dall'autrice, Antonella Cicalò, ma possono interpretare anche il flusso dei pensieri del committente che darà così lo spunto per realizzare il suo personale “gatto maestro”, unico e irripetibile. Questi collages sono realizzati con frammenti di riviste letterarie e da collezione, stagnola, legno da recupero e componenti industriali del pet food. Ogni pezzo è unico. Per visitare il suo sito, qui !